resoconto del workshop tenutosi presso la sede dell’ASOIM l’1 marzo 2014
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RESOCONTO DEL WORKSHOP DELL’1 MARZO 2014 SUL GABBIANO REALE NEI CENTRI URBANI ITALIANI
A cura di Maurizio Fraissinet
La mattina dell’1 marzo 2014 si è tenuto presso la sede dell’ASOIM il workshop dedicato al Gabbiano reale nei centri urbani italiani. Un evento pensato e deciso in occasione del XVII Convegno Italiano di Ornitologia, tenutosi a Trento.
Hanno partecipato Fulvio Fraticelli e Maurizio Fraissinet in qualità di relatori e un pubblico fatto di soci dell’ASOIM (con il Consiglio Direttivo quasi al completo), appassionati e medici veterinari iscritti alla Scuola di Patologia Aviare dell’Università Federico II di Napoli. Il tempo davvero inclemente e la defezione di alcuni relatori non hanno inciso per fortuna sull’interesse e la qualità dell’incontro, al termine del quale si è sviluppato un ricco, intenso e proficuo dibattito. Alcuni relatori impossibilitati a partecipare hanno comunque fatto pervenire materiale utile che è stato distribuito o riportato nelle relazioni.
I temi trattati sono stati i seguenti:
1) La necessità di avere un buon grado di conoscenza della consistenza numerica della popolazione nidificante nei centri urbani italiani, oltre a sapere in quali centri urbani nidifica. Qui nasce un problema da risolvere che è quello della definizione di cosa si intende per centro abitato. Rientra in questo anche il piccolo villaggio di pescatori di un’isoletta? Probabilmente no, ma comunque si deve fornire una definizione. Molto utili gli aggiornamenti pervenuti da Alessio Franceschi per Livorno (il cui testo è stato distribuito in copia ai partecipanti), Enrico Benussi per Trieste e Sandro Brina per Cesenatico. Interessante anche il dato che Alessio fornisce per la Toscana sostenendo che circa il 60% delle coppie continentali toscane è urbano. Un dato che, riflettendo, trova riscontro anche nel Lazio e in Campania e forse anche in altre regioni. E’ stato presentato da Fraissinet un prospetto in cui si indicavano alcuni dati relativi a città italiane in cui è stato possibile comparare i numeri dell’inizio del processo di colonizzazione con quelli degli ultimi anni: è risultato evidente come in tutte le città prese in considerazione sia stata esponenziale e rapida la crescita della popolazione nidificante. C’è inoltre da coprire una serie di vuoti, Sicilia, Sardegna e Puglia, ad esempio, ma non solo.
Per quanto riguarda questo primo aspetto lo scopo del progetto è quindi quello di avere un aggiornamento della situazione in Italia, ottenuto però attraverso una corretta pianificazione su base nazionale per il periodo riproduttivo. Altri risultati attesi sono la conoscenza geografica della nidificazione urbana del Gabbiano reale in Italia, consistenza numerica della popolazione nidificante, scandita per ogni centro urbano, tipologia del substrato scelto per la nidificazione, date di schiusa e di involo. In aggiunta sarebbero utilissimi il numero medio di giovani involati per nido, la percentuale sul totale almeno delle coppie continentali nidificanti nella regione e la dieta.
2) I metodi di censimento e di copertura efficace del territorio. Un tema questo affrontato soprattutto nella relazione di Fulvio Fraticelli. Sarà difficile riuscire a trovare un metodo univoco per il censimento considerando le notevoli differenze geografiche, morfologiche e architettoniche dei nostri centri urbani. Se, ad esempio, per città come Livorno e Napoli (chissà, forse anche Genova) agevola di molto il conteggio dei nidi sui tetti collocandosi sui punti alti della città (conteggio ovviamente non esaustivo, come lo stesso Alessio Franceschi faceva notare), per altre città questo è improponibile e Roma, ad esempio, è davvero una città in cui è difficile operare il conteggio: alle difficoltà legate al tipo di territorio, alla vastità della città, alla dimensione notevole della popolazione di gabbiano nidificante, si aggiunge anche la particolare architettura di molti edifici storici, ricchi di orpelli architettonici che spesso nascondono i nidi all’osservatore. Per quelle città quindi in cui è molto difficile effettuare il censimento ci possono essere due approcci: effettuare l’indagine su più aree campione in cui sia possibile effettuare un buon censimento ed estrapolare le densità ottenute, potendo in tal modo avere anche un margine di errore che faccia capire, sulla base della stima, quanto sia il range effettivo della popolazione, coinvolgere i cittadini nella raccolta dei dati, assecondando anche il criterio di indagine suggerito dalla Direttiva 2007/2/CE del Parlamento e del Consiglio europeo e che va sotto il termine di “citizen science” , adottato di recente anche dal Ministero dell’Ambiente nella conferenza ISPRA sulla biodiversità. I due metodi ovviamente non sono in contrapposizione. Il secondo, in particolare, ha il vantaggio anche di avvicinare i cittadini al fenomeno e di educarli ad un approccio corretto e consapevole alla specie. Per realizzarlo però è necessaria una buona comunicazione.
Nel dibattito molto partecipato e interessato sviluppatosi nel corso del workshop si sono analizzati i vari metodi. In primo luogo, ovviamente, è necessario coinvolgere tutti gli addetti ai lavori: mailing list ornitologiche e similari (EBN Italia, nodi EBN locali, Lista dei Vertebrati, ecc.), siti web delle varie associazioni ornitologiche italiane, l’ordine dei veterinari, ma anche l’Associazione Fotografi Naturalisti Italiani (in sala era presente la responsabile campana che ha aderito all’iniziativa), la LIPU e altre realtà del genere. Questo però non potrebbe bastare e Fulvio Fraticelli propone anche l’organizzazione di un Gabbiano reale urbano day (ribattezzato in “Contagabbiani Day”) da tenersi nella prima decade di maggio che veda il coinvolgimento dei cittadini i quali potrebbero inviare le loro segnalazioni ad una email (una per regione) indirizzati da una semplice scheda per quello che riguarda le informazioni utili da fornire. Al momento si è scartata l’ipotesi Ornitho.it, pure esaminata nel dibattito, perché è sembrata troppo macchinosa la compilazione della scheda per chi non è pratico di questo strumento, al quale, peraltro, occorre comunque iscriversi. Resta molto aperto invece il dibattito su quali mezzi di comunicazione utilizzare per veicolare la notizia e l’appello.
Maurizio