Negli anni ’80 chi voleva leggere un bel libro su di un animale selvatico doveva necessariamente acquistare un’opera di un autore inglese, o direttamente in lingua o attendere che qualche editore italiano trovasse conveniente acquistarne i diritti e tradurlo.
Da qualche anno, per fortuna, non è più così. Comincia a evolvere una letteratura zoologica italiana degna di attenzione e considerazione.
Ad essa si iscrive a pieno titolo il libro di Carmine Esposito interamente dedicato al Lupo.
L’Autore, che vive sui Monti Lepini nel Lazio, ha realizzato un libro in cui si fondono numerose informazioni scientifiche, peraltro molto aggiornate e rigorose, con una evidente passione nei confronti della specie e un “vissuto” legato ad essa di tutto rispetto. Si intuisce, infatti, leggendo le pagine del volume, che molte delle cose scritte sono state realmente vissute e affrontate in prima persona dall’Autore nella sua ventennale esperienza di studio del Lupo sul campo.
Diverse decine di belle foto a colori completano l’opera fornendo un’ulteriore quadro conoscitivo di questa specie animale così affascinante e legata all’uomo nel bene e nel male.
Una presentazione di Luigi Boitani impreziosisce ulteriormente il lavoro.
Tornando alla riflessione sulla letteratura inglese e la nascente letteratura italiana di genere va detto che questo libro non fa rimpiangere minimamente la prima, anzi traspare un modo di scrivere sulla natura selvatica altrettanto interessante e accattivante. Insomma un bel libro che si legge con piacere e interesse e una speranza: che continui a crescere in qualità e quantità la letteratura naturalistica nel nostro paese.