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Atlante degli uccelli nidificanti nel Parco regionale dell’Appia Antica Danile Taffon, Fabrizio Giucca e Corrado Battisti, 2008 – Atlante degli uccelli nidificanti nel Parco regionale dell’Appia Antica. Gangemi Editore.

Continua la produzione di Atlanti ornitologici italiani, l’ultimo che vede la luce sotto forma editoriale è dedicato questa volta a un territorio particolare, quello del Parco regionale dell’Appia Antica (3400 ettari), un luogo di eccellenza archeologica, paesaggistica e naturalistica. Un territorio a forte vocazione ecotonale costituito infatti dai palazzi della città, le aree agricole ad essi adiacenti, salvatesi per l’imposizione del vincolo dell’area naturale protetta, pozze e corsi d’acqua, superfici forestali. Il tutto porta alla presenza, tra certe, probabili e possibili di 73 specie nidificanti, delle quali però solo 57 rinvenute nel corso dell’indagine. Ciò è dovuto all’approccio metodologico utilizzato: nelle 138 unità di rilevamento di 500 metri di lato adottate è stato fissato un punto di ascolto al centro del quadrante con un raggio di 200 metri. Tale ampiezza del raggio si giustifica con la presenza nel Parco di molti ambienti aperti. Sono state registrate quindi tutte le specie viste e ascoltate in tale raggio. Il libro si presenta con una buona veste editoriale, ben illustrato e con schede puntuali per ciascuna specie trattata. Sono presenti anche capitoli dedicati all’analisi dei risultati ottenuti, e ad un’analisi ecologica che si sofferma in particolare sulle comunità e sulle interazioni con l’ambiente. Fa riflettere il metodo utilizzato, scientificamente inappuntabile ma limitato nel conseguimento dei risultati. E’ evidente che gli Autori intendevano produrre una ricerca che, utilizzando un metodo scientifico rigoroso e standardizzato per tutto il territorio, fornisse dati omogenei che si potessero quindi elaborare per le analisi ecologiche. Questo fatto, di per sé positivo e condivisibile, ha però sacrificato la completezza del dato ornitologico, nel senso che l’Atlante non riporta la distribuzione di specie, quali ad esempio gli Strigifromi, che pure sono presenti nel Parco. Un Atlante che fa riflettere, come dicevo prima, e fa pensare alla necessità di avviare un dibattito sulla elaborazione di linee guida per la organizzazione di atlanti ornitologici nel nostro paese, al fine di trovare, pur nella varietà di approcci possibili, elementi comuni di base che consentano la comparabilità tra un Atlante e l’altro. Un po’ come è già avvenuto per le linee guida elaborate tempo fa per gli Atlanti ornitologici urbani e che, nel tempo, stanno dando buoni risultati. Un esempio può chiarire forse meglio questo aspetto. In un Atlante ornitologico il Rondone va riportato nel quadrante con la definizione di categoria possibile anche solo se osservato in volo? A mio giudizio no, considerando le ottime capacità di volo della specie e il fatto che nidifica in un quadrante solo se esistono le condizioni ambientali idonee (pareti rocciose, o meglio ancora succedanee di queste). Lo stesso dicasi per altre specie. Gli Autori dell’Atlante del Parco dell’Appia Antica, ad esempio, hanno giustamente scartato le osservazioni di Gabbiani reali in attività trofica nel Parco. Lo stesso andrebbe fatto per il Rondone. Da anni invito i coordinatori ad adoperarsi in tal senso, altrimenti escono dati di difficile interpretazione. E’ il caso dello stesso Atlante dell’Appia Antica in cui la specie compare tra le prime 10 in quanto a copertura (con l’83,3% dei quadranti occupati) ma con un solo quadrante di nidificazione certa, 0 di nidificazione probabile e 114 di nidificazione possibile. In conclusione mi sento di ringraziare i coordinatori del lavoro perché hanno arricchito l’ornitologia italiana di un nuovo, prezioso, atlante, peraltro anche molto curato dal punto di vista editoriale, il che non guasta mai, e hanno consentito al sottoscritto di porre l’attenzione su alcuni aspetti di approccio metodologico che potrebbero essere ripresi da altri per un dibattito ampio e articolato su questi temi.

Artropodi del Parco Nazionale del Vesuvio. Ricerche preliminari. MiPAAF G.Nardi-V.Vomero,2007 – Artropodi del Parco Nazionale del Vesuvio. Ricerche preliminari. MiPAAF – Corpo Forestale dello Stato. Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale. “Bosco della Fontana” di Verona. 492 pagine. €13

Era la primavera del 2000 quando, in qualità di Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, accompagnai un gruppo di esperti di fauna invertebrata in giro per il Parco con un fuoristrada. Lo scopo era quello di fargli conoscere le aree di maggiore interesse naturalistico. Essi erano componenti della squadra tecnica che aveva vinto il bando di gara per la stesura del piano del Parco Nazionale del Vesuvio. Ricordo che provavo dentro di me una certa emozione. Sulla fauna invertebrata del Parco non si conosceva nulla o quasi, e se si voleva andare a fondo nella bibliografia per trovare dei precedenti in alcuni casi si doveva addirittura arrivare al Costa, un noto studioso del periodo borbonico. A distanza di 7 anni esce un corposo volume che riporta gli studi effettuati sul materiale raccolto nei trappolaggi eseguiti tra il maggio e il dicembre 2000. Vengono trattate 1229 specie, un numero che a giudizio dei curatori è però destinato a salire e di molto considerando che il metodo e il tempo utilizzati hanno permesso di ottenere informazioni comunque limitate. Questo ovviamente non svilisce l’opera, scritta da diversi esperti italiani e non a cui è stato chiesto di collaborare (sono 21 i contributi specialistici, più 54 “Short notes”). Per molte specie la trattazione è ampia e l’analisi molto approfondita. Sono emerse anche 3 specie nuove per la scienza, 2 entità nuove per la fauna italiana, 5 specie nuove per l’Italia continentale, 25 specie nuove per l’Italia meridionale, 44 specie nuove per la Campania. Un lavoro che rappresenta un punto di arrivo di una lunga ricerca, ma senza dubbio anche il punto di partenza per continuare e sviluppare ulteriormente le ricerche sulla fauna artropoda del complesso vulcanico del Somma – Vesuvio e dei parchi più in generale. Per saperne di più: Ministero dello Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Corpo Forestale dello Stato. Ufficio territoriale per la biodiversità di Verona. CNBF – Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale “Bosco Fontana”. Direzione Amministrazione Laboratori, via C. Ederle, 16/A 37100 Verona. Email: utb.verona@corpoforestale.it

Comando regionale della Campania e Assessorato regionale al Governo del Territorio, 2008 A cura di LIPU Campania, CFS, Comando regionale della Campania e Assessorato regionale al Governo del Territorio, 2008. Gli alberi secolari in Campania. Regione Campania ed., Napoli

Un bel libro, ricco di immagini e di dati tecnici, frutto di una bella collaborazione tra LIPU campana, Comando regionale del Corpo Forestale dello Stato e Assessorato regionale al Governo del Territorio, retto dall’Assessore Gabriella Cundari, che, pubblicato nel febbraio del 2008, è già quasi esaurito, al punto da richiedere una immediata ristampa. Il volume ospita alcuni capitoli introduttivi relativi alla funzione ecologica degli alberi, soprattutto nel contesto urbano, al ruolo paesaggistico – monumentale, ma anche storico ed emozionale dei grandi alberi, e poi si organizza in una serie di schede tecniche che presentano ciascuno dei tanti (decine e decine) alberi censiti in ciascuna provincia. Per ogni albero c’è la foto, la localizzazione, anche con GPS, le dimensioni, le note storiche e arboree. Sono stati tanti i rilevatori sul campo, e spesso ad essi si sono affiancati anche funzionari comunali, esponenti delle Pro Loco o delle sezioni locali di LIPU e WWF. Il risultato è un libro molto bello, che si legge con piacere e che mette addosso la voglia di andare a vedere di persona l’albero segnalato. Evidenzierei anche un altro aspetto positivo. Il lavoro congiunto di un’associazione ambientalista, del Corpo Forestale dello Stato e di un assessorato regionale. Un esempio di sinergia per la natura che non si vede tutti i giorni nel nostro paese.

2007 – Il Lupo Carmine Esposito, 2007 – Il Lupo. Franco Muzzio editore. Pagine 126. Euro 12

Negli anni ’80 chi voleva leggere un bel libro su di un animale selvatico doveva necessariamente acquistare un’opera di un autore inglese, o direttamente in lingua o attendere che qualche editore italiano trovasse conveniente acquistarne i diritti e tradurlo. Da qualche anno, per fortuna, non è più così. Comincia a evolvere una letteratura zoologica italiana degna di attenzione e considerazione. Ad essa si iscrive a pieno titolo il libro di Carmine Esposito interamente dedicato al Lupo. L’Autore, che vive sui Monti Lepini nel Lazio, ha realizzato un libro in cui si fondono numerose informazioni scientifiche, peraltro molto aggiornate e rigorose, con una evidente passione nei confronti della specie e un “vissuto” legato ad essa di tutto rispetto. Si intuisce, infatti, leggendo le pagine del volume, che molte delle cose scritte sono state realmente vissute e affrontate in prima persona dall’Autore nella sua ventennale esperienza di studio del Lupo sul campo. Diverse decine di belle foto a colori completano l’opera fornendo un’ulteriore quadro conoscitivo di questa specie animale così affascinante e legata all’uomo nel bene e nel male. Una presentazione di Luigi Boitani impreziosisce ulteriormente il lavoro. Tornando alla riflessione sulla letteratura inglese e la nascente letteratura italiana di genere va detto che questo libro non fa rimpiangere minimamente la prima, anzi traspare un modo di scrivere sulla natura selvatica altrettanto interessante e accattivante. Insomma un bel libro che si legge con piacere e interesse e una speranza: che continui a crescere in qualità e quantità la letteratura naturalistica nel nostro paese.

Lo svernamento degli uccelli acquatici in Toscana Emiliano Arcamone, Paolo Dall’Antonia e Luca Puglisi, 2007. Lo svernamento degli uccelli acquatici in Toscana. 1984 – 2006. Regione Toscana ed.

In Toscana il monitoraggio degli uccelli acquatici svernanti viene effettuato con regolarità, e senza soluzioni di continuità, dal 1984. Si dispone per questa regione, quindi, di una straordinaria mole di dati, dati estremamente preziosi perché raccolti con grande rigore scientifico, con continuità, in zone umide tra le più ricche e interessanti di specie svernanti del nostro paese, e, il che non guasta, con grande passione e divertimento. Un lavoro non a caso quindi molto atteso da tutti gli appassionati. Il libro, 239 pagine e molte belle foto, presenta la storia del censimento mondiale degli uccelli acquatici, storia nella quale si apprende che la Toscana è stata all’avanguardia in Europa in questa attività, le zone umide toscane in cui si è operato (Diaccia Botrona, Orbetello, Bolgheri, Foce dell’Ombrone…..scusate se è poco!), i metodi utilizzati sia per il rilevamento sul campo che per l’elaborazione degli indici e dei grafici, le singole specie svernanti regolari e irregolari, nonché alcune considerazioni conclusive. Interessante il popolamento svernante di Oche selvatiche che nel quinquennio 2001 – 2006 ha fatto registrare una media di 2416 individui, il che fa della maremma grossetana il principale sito di svernamento in Italia e una zona umida di importanza internazionale. Le specie svernanti più numerose e frequenti in Toscana sono l’Alzavola, con una media di 13740 individui, la Folaga, con una media di 10786 individui, il Gabbiano reale, con una media di 10054 individui, la Pavoncella, con una media di 9228 individui, il Gabbiano comune, con una media di 8809 individui. Nel corso dell’indagine, che lo ricordiamo è compresa nel periodo 1984 – 2006, sono state censite 113 specie, e per ciascuna di esse viene presentata una scheda che illustra la distribuzione e la consistenza delle singole specie in Toscana, consistenza espressa sotto forma di media nel periodo 1984 – 2006, ma anche nel quinquennio 2001 – 2006. Viene riportata anche la percentuale di presenza della specie nel totale delle zone umide. Un libro, in conclusione, utile e di riferimento per chi opera nel settore del censimento degli uccelli acquatici in Italia.

Quaderno faunistico della Provincia di Rovigo. Guida agli ambienti e alla fauna della Provincia Emiliano Verza, 2008. Quaderno faunistico della Provincia di Rovigo. Guida agli ambienti e alla fauna della Provincia. Amministrazione provinciale di Rovigo

Il nome dell’Autore non compare sulla copertina, ma a pagina 2 si legge che Emiliano Verza ha curato i testi, i dati e l’elaborazione degli stessi, ci sentiamo quindi di attribuirgli il volume. Un volume molto gradevole dal punto di vista grafico – editoriale, e a questo punto ci sembra doveroso nominare anche i curatori grafici: la società Jiki. Per certi versi è anche originale nella presentazione. E’ una sorta di viaggio nella ambienti naturali e negli animali della Provincia di Rovigo, e, di conseguenza, nella parte veneta del Delta del Po. Gli ambienti naturali rappresentano i capitoli del libro. Ciascun ambiente viene introdotto da una bella poesia, e da una bella foto. Si passa poi a descriverne gli aspetti ambientali, faunistici e i problemi connessi alla gestione. Per ciascun ambiente c’è poi un approfondimento relativo a un gruppo animale o un fenomeno faunistico. Ad esempio, per i fiumi si tratta il tema delle garzaie, per le valli gli anatidi, e così via. Alcune schede su specie di vertebrati significativi per quell’ambiente e per la Provincia di Rovigo chiudono il capitolo. Nella parte finale del libro ci sono le check-list dei vertebrati, un glossario e la bibliografia. Dei dépliants su alcuni itinerari naturalistici consigliati, allegati nel risvolto della quarta di copertina, completano il tutto. Il libro si lascia leggere anche da chi non è della Provincia di Rovigo e tanto meno veneto, perché è scritto bene, ha delle belle foto, e trasmette, in maniera direi quasi palpabile, l’amore che l’Autore ha per la sua terra, per gli animali che da anni gli fanno compagnia nelle passeggiate sugli argini delle valli o nei sentieri tra le dune fossili. Lo si può richiedere all’Amministrazione provinciale di Rovigo.

I vertebrati terrestri del Parco regionale del Partenio Filomena Carpino e Silvia Capasso, 2008 – I vertebrati terrestri del Parco regionale del Partenio. Ente Parco regionale del Partenio ed Edizioni scientifiche ed., Napoli. Pp.: 143.

Realizzato con i fondi comunitari del programma 2000 – 2007 per le regioni obiettivo 1 il libro sui vertebrati terrestri del Parco regionale del Partenio si presenta particolarmente bello a vedersi, per la buona grafica e le pregevoli foto, ma soprattutto si dimostra, alla lettura, ricco di dati di grande interesse scientifico. Il Parco del Partenio si colloca nel cuore della Campania, a cavallo tra le province di Napoli, Avellino, Caserta e Benevento, e tutela la catena appenninica del Partenio, celebre presso i campani anche perché ospita uno dei santuari più frequentati dal turismo regionale: il santuario di Montevergine. Quello del Partenio è un Parco in gran parte ricoperto da foreste con pochi spazi aperti caratterizzati dalle radure carsiche poste in quota, i coltivi, per lo più noccioleti, frutteti, oliveti e vigneti, sono presenti alle quote più basse. Filomena Caprino e Silvia Capasso sono due giovani zoologhe che hanno esplorato palmo a palmo l’intero territorio del Parco per due anni consecutivi nell’ambito di un progetto comunitario finalizzato alla costituzione di un laboratorio per la biodiversità del Parco. Supportate da un approccio metodologico ben impostato, hanno portato a termine una ricerca davvero ampia e completa acquisendo un mare di informazioni che permettono oggi di conoscere abbastanza bene la fauna vertebrata terrestre del Parco. Un Parco che era stato studiato in precedenza (più di venti anni fa!) ma con un approccio, per forza di cose, necessariamente meno approfondito. Il libro descrive dettagliatamente ciascuna delle 6 specie di anfibi, delle 10 specie di rettili, delle 92 specie di uccelli, di cui 74 nidificanti, e delle 45 specie di mammiferi, riportando per alcune di queste anche una dettagliata cartina distributiva. Il libro, peraltro ricco di belle foto, ospita anche una serie di carte tematiche sulla biodiversità del Parco. Davvero un bell’esempio di analisi faunistica di un territorio, il cui successo si sta registrando con il continuo esaurirsi degli stock di volume che il Parco porta alle presentazioni. Per fortuna ne sono state stampate 1000 copie, anche se non si sa quanto resisteranno. Per saperne di più: navigare nel sito web del Parco regionale del Partenio e inviare una email all’Ente Parco chiedendo l’invio di una copia

2007 – Atti 5° Convegno Faunisti Veneti Mauro Bon, Lucio Bonato e Francesco Scarton (a cura di), 2007 – Atti 5° Convegno Faunisti Veneti. Legnano 12 – 13 . Euro 10

Vale la pena ricordare che l’Associazione Faunisti Veneti nasce nel 1994 e promuove, nell’ambito del Veneto, le ricerche sui Vertebrati con particolare riferimento agli aspetti faunistici. Il loro primo convegno si tenne nel 1993 quando non erano ancora costituiti in Associazione e da allora hanno proseguito con una costanza e un’applicazione encomiabili arrivando, nel 2007, al loro 5° Convegno e puntuali ne pubblicano dopo un brevissimo lasso di tempo il volume degli Atti. Un volume di 364 pagine diviso in una sessione tematica dedicata alle Ricerche faunistiche nelle aree della rete Natura 2000”, con 5 interessanti relazioni relative sia a metodi di indagine che a risultati conseguiti, e in una sessione generale sui Vertebrati dedicata a Pesci, Anfibi, Rettili, Uccelli e Mammiferi. Gli Uccelli la fanno da padrone con la maggioranza di relazioni, non mancano però interessanti contributi relativi agli altri taxa, come, ad esempio, la Lista Rossa dei Pesci di acqua dolce del Veneto, uno studio su di una popolazione di Pelobate fosco, diversi lavori sulla chirotterofauna, sul rinvenimento dell’Istrice in Veneto, sull’espansione dello Scoiattolo nella pianura veneta. Per quanto attiene l’ornitologia i lavori sono davvero tanti e spaziano su tante specie e tante problematiche. Molto spazio all’avifauna delle zone umide, ai rapaci, alle avifaune delle aree naturali protette, ma anche lavori sull’inanellamento, sulle averle, sui rapaci notturni, sull’avifauna urbana del Parco di San Giuliano a Mestre, sul Rampichino. La pubblicazione degli atti dei Convegni dei Faunisti Veneti è sempre un momento importante per chi si interessa di fauna selvatica nel nostro paese e anche questo volume, come gli altri, non tradisce le attese. Per info: www.faunistiveneti.it

I Chiroterri. Quaderno didattico Giovanni Mastrobuoni, 2005 – I Chiroterri. Quaderno didattico. Corpo forestale dello Stato, Ufficio territoriale per la biodiversità di Sabaudia ed Ente Parco nazionale del Cilento ed., pp.136.

Un bel libro sui chirotteri. Una sorta di vademecum su questo affascinante raggruppamento zoologico che, anno dopo anno, recluta sempre più appassionati nel nostro paese. Un libro completo che, sena sacrificare la serietà del dato scientifico, illustra in maniera divulgativa tutto quello che si dovrebbe sapere su questi animali, compreso vari modelli d bat box e modalità di applicazione. A tale proposito suscita un certo interesse il disegno, a pagina 84, di un “pipistrellaio” una struttura in legno realizzata nel 1931 in località Colonia Elena, a San Felice Circeo, avente la funzione di favorire la presenza dei chirotteri utili nella lotta alle zanzare ed alla malaria. Il libro, illustrato da Titti De Ruosi e Alessandra Noal, ha prevalentemente una funzione didattica, e va detto che lo scopo è stato perfettamente centrato per la chiarezza dei contenuti, la completezza degli argomenti trattati e l’ottima iconografia (disegni e foto) che completano i testi. Il libro descrive anche le varie specie presenti nel nostro paese e tratta anche delle specie presenti nel Parco nazionale del Circeo contribuendo in tal modo a fornire un ulteriore tassello per la conoscenza della chirotterofauna del nostro paese.