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Gatti F. ( a cura di), 2011 – Atlante degli uccelli nidificanti nel Comune di Voghera. PV. Opis Pubblicità. Voghera

Avete presente quei display che si vedono nella piazze per indicare quanto manca ad un evento, o quelli che appaiono sui banner dei giornali on line per segnalare di quanto numericamente sta montando l’adesione ad una iniziativa?  Ebbene se esistesse per gli atlanti ornitologici italiani questo cambierebbe la numerazione ad un ritmo costante di 3 atlanti l’anno e ora, con questo ultimo nato, arriverebbe ad indicare la quota di 116, e se poi volesse specificare anche il numero di atlanti urbani finora pubblicato indicherebbe quota 32.  Quello che non può indicare è la qualità dei lavori prodotti, cresciuta costantemente e ininterrottamente negli anni. E l’Atlante di Voghera è qui a dimostrarlo. A partire dalla bella foto di Barbagianni in copertina, una specie in fortissima rarefazione sull’intero territorio comunale, per poi estendersi a tutto il libro che presenta, oltre a tante belle foto, cartine leggibili, grafici ben congeniati ed esplicativi, una buona impostazione della pagina. La ricerca è durata dal 2008 al 2010, ha interessato l’intero territorio comunale, pari a 63,28 chilometri quadrati, suddiviso in 284 unità di rilevamento da 0,5 chilometri di lato (in linea con le linee guida dettate per gli atlanti urbani italiani) e ha coinvolto 28 rilevatori. A Voghera sono risultate nidificanti 73 specie, un numero particolarmente elevato in rapporto alla superficie indagata. Abbastanza alta anche la percentuale di specie Non Passeriformi, pari al 52%. Parte del “merito” va al torrente Staffora che attraversa l’intero territorio comunale e che si è rivelato un autentico scrigno di biodiversità. Le aree più povere sono risultate quelle, manco a dirlo, caratterizzate da agricoltura intensiva che potremmo definire “spinta”, nelle quali cioè si è fatta piazza pulita di alberi, siepi, fossi, ecc. Dieci specie risultano sospese, ma alcune di loro potrebbero evolvere verso l’avvio di attività riproduttive nel territorio vogherese. Ciascuna specie viene trattata molto dettagliatamente, così come vengono analizzati i vari biotopi e i diversi aspetti complessivi del popolamento avifaunistico vogherese. Da sottolineare il fatto che in questo Atlante, come in molti altri, ma non in tutti purtroppo, compare il capitolo sull’analisi dei risultati. Un capitolo importante e utile, oltre che interessante, perché mette in atto la pratica sempre da raccomandare di poter analizzare e interpretare i risultati conseguiti in quelle importanti e insostituibili ricerche diffuse di campo che sono gli atlanti ornitologici. In chiusura del libro compaiono la check-list dell’avifauna di Voghera (164 specie), una ricca bibliografia, ma anche, ed è un cosa bella ed originale, alcune mete per il Bird-Watching nell’Oltrepò pavese.  La lettura è gradevole e quando la termini e chiudi il libro ti rimane una gran voglia di partire per vedere Voghera e l’Oltrepò pavese Maurizio Fraissinet

Pierandrea Brichetti e Giancarlo Fracasso, 2011. Ornitologia italiana. 7. Paridae – Corvidae. Identificazione, distribuzione, consistenza e movimenti degli uccelli italiani. Oasi Alberto Perdisa ed., Bologna. Euro 48

Il volume n.7 di Ornitologia italiana è dedicato alle specie delle famiglie di Paridae, Remizidae, Aegithalidae, Sittidae, Tichodromidae, Certhidae, Oriolidae, Laniidae e Corvidae. In tutto 32 specie per un totale di 493 pagine (incluso pagine introduttive, indici, appendici), con una media quindi di 15,4 pagine a specie. Per avere un’idea dell’approfondimento a cui si è arrivati per ciascuna specie in questo volume si pensi che nel primo volume della serie (dai Gaviidae ai Falconidae) vengono trattate 134 specie ed è composto da 453 pagine, con una media quindi di 3,3 pagine per specie.  In questo numero si nota una attenzione maggiore alle nuove (tante) sottospecie riconosciute nella letteratura internazionale e alle caratteristiche morfologiche e biometriche di ciascuna di queste. Molto utili anche le tabelle che riepilogano le caratteristiche distintive tra specie simili e/o sottospecie. Molto utile anche la foto di pagina 160 in cui viene ritratto un esemplare adulto di rampichino alpestre e vengono segnalate le varie parti del corpo da osservare per riconoscerlo dal Rampichino comune. A tale proposito affiora qualche dubbio osservando le cartine di distribuzione di alcune sottospecie nel nostro paese. E’ il caso ad esempio delle sottospecie aphrodite della Cinciallegra e sharpi per la Cornacchia grigia, entrambe relegate all’Italia meridionale e i cui limiti distributivi, come scritto anche dagli Autori, sono davvero difficili da stabilire. Non solo è anche difficile comprendere la storia biogeografia che ha portato alla formazione di tali sottospecie e alla loro conservazione genetica considerando la continuità distributiva lungo la penisola e l’assenza di efficaci barriere biogeografiche che le separino dalle altre sottospecie presenti lungo la penisola. Molto ampia anche la trattazione sulla distribuzione e la consistenza popolazionistica sul territorio nazionale. Con il passare degli anni, e quindi di volume in volume, è andata aumentando il dettaglio in conseguenza dell’aumento delle ricerche nei vari territori (atlanti, check-list, monitoraggi, ricerche mirate, ecc.). Il risultato è una trattazione molto più ampia e precisa. Ne soffre un po’ purtroppo la bibliografia, anch’essa uno dei tratti distintivi dell’intera opera, ma che in questo volume si presenta un po’ confusa e imprecisa a livello delle trattazioni delle singole specie, tornando ad essere più ordinata e completa nella parte finale del libro. Va detto però che gli Autori questa volta si sono trovati dinanzi a una mole davvero notevole di pubblicazioni da citare. Sicuramente riusciranno e riportarle al giusto ordine e alla giusta precisione nel prossimo volume. Le foto e i disegni continuano a migliorarsi di volume in volume. Anche in questo appaiono alcuni disegni tratti dal volume sul comportamento degli animali di Gariboldi e Ambrogi del 2006.  Questa volta c’è anche una bella quanto gradita novità editoriale. Un DVD contente bei filmati di Pierandrea Brichetti e Maurizio Ravasini che trattano di vari aspetti della biologia degli uccelli: dalla riproduzione ai canti, dalle cure parentali alla territorialità.  Ancora una volta un’opera che soddisfa appieno le aspettative e che rappresenta uno strumento utile e indispensabile per chi voglia interessarsi, per lavoro o per diletto, all’avifauna del nostro paese. Maurizio Fraissinet

Londi G., Suzzi Valli A., Casali S., Campedelli T., Cutini S., Santolini R., Pruscini F e Tellini Florenzano G., 2011 – Atlante degli uccelli nidificanti nella Repubblica di San Marino (2007 – 2011). Centro Naturalistico Sammarinese, Borgo Maggiore,

A ciascun iscritto al XVI Convegno Italiano di Ornitologia di Cervia è stata consegnata una copia dell’Atlante degli Uccelli nidificanti nella Repubblica di San Marino (2007 – 2011). Un bel libro che introduce il lettore alle tante meraviglie paesaggistiche, ambientali ed ornitologiche di questo piccolo stato collocato poco distante da Rimini. I risultati sono il frutto di due importanti ricerche: quella sui rapaci diurni e notturni, svolta nel 2007 e 2008 dal Centro Naturalistico Sammarinese, e quella svolta dall’Università di Urbino sullo stato dell’ambiente nel territorio della Repubblica, utilizzando gli uccelli come indicatori ambientali. A questi dati si sono aggiunti poi una serie di informazioni integrative che si potrebbero definire di completamento. Sono risultate nidificanti 82 specie (75 certe) in un territorio esteso per circa 61 chilometri quadrati e suddiviso in 82 quadranti di 1 chilometro di lato. Per ciascuna specie vengono riportate sia le mappe distributive che le mappe di idoneità ambientale. 82 specie sono un risultato davvero importante per un territorio di ridotta estensione e particolarmente urbanizzato. Al numero elevato di specie si aggiunge anche la qualità delle stesse con una coppia di Falco pecchiaiolo, una coppia di Albanella minore, sei coppie di Sparviere, 12 coppie di Poiana, due coppie di Falco pellegrino, 14 coppie di Gheppio e tre di Lodolaio. Interessante anche la nidificazione di ben 14 coppie di Passero solitario. Tanta biodiversità e le elevate densità di alcune specie si spiegano con la presenza nel territorio della Repubblica di San Marino di numerosi rilievi ricoperti di foreste, calanchi e valloni boscatii. L’avanzata dell’urbanizzazione rappresenta però una seria minaccia alla sopravvivenza di tanta ricchezza naturalistica. Maurizio Fraissinet

Francesco Velatta, Giuseppina Lombardi, Umberto Sergiacomi e Paolo Viali, 2010 – Monitoraggio dell’avifauna umbra (2000 – 2005). Trend e distribuzione ambientale delle specie comuni. I Quaderni dell’Osservatorio Faunistico Regionale, Numero speciale.

A partire dal 2000 l’Osservatorio Faunistico Regionale dell’Umbria, insieme alle Province di Perugia e Terni, organizza e coordina campagne di rilevamento ornitologico finalizzate allo studio delle popolazioni di Uccelli nidificanti e svernanti in Umbria, con particolare riferimento alle specie comuni. Gli obiettivi del programma regionale sono quelli di ottenere indici di tendenza demografica, descrivere le comunità ornitiche dei diversi tipi di ambienti, descrivere l’habitat caratteristico delle varie specie. Obiettivi ambiziosi che richiedono un impegno e una professionalità non da poco per raggiungerli. Ebbene questo grande volume di circa 390 pagine rappresenta la dimostrazione che gli ornitologi umbri sono riusciti nell’intento.  Il libro infatti presenta i risultati delle indagini di monitoraggio condotte dalla stagione riproduttiva di maggio – giugno 2000 a quella di maggio – giugno 2005 e dalla stagione invernale di dicembre 2000 – gennaio 2001 a quella di dicembre 2005 – gennaio 2006. Le indagini si sono basate sulla copertura fornita da 1690 stazioni di rilevamento distribuite sull’intero territorio regionale e ripetute in ogni inverno ed in ogni stagione riproduttiva. Dopo una parte iniziale in cui vengono illustrati in maniera chiara i metodi utilizzati, le diverse realtà ecosistemiche presenti sul territorio umbro, presentate peraltro anche con un ottimo corredo fotografico, e l’analisi dei risultati generali, si passa ad analizzare i risultati relativi alle 72 specie più comuni, riportando per ciascuna di esse una scheda monografica contenente la distribuzione regionale delle stazioni in cui la specie è stata rinvenuta in almeno una sessione di rilevamento, la frequenza di rinvenimento nel campione di rilievi puntiformi e l’indice di ampiezza d’habitat di Pielou relativo alla distribuzione ambientale, l’indice puntiforme di abbondanza nelle 12 categorie ambientali prese in considerazione, i risultati del test di Kruskal – Wallis per il confronto simultaneo delle abbondanze fra categorie ambientali, l’indice di preferenza di Jacobs relativo alle diverse categorie ambientali, il baricentro relativo ad ognuna delle diverse tipologie di uso del suolo, i risultati dell’analisi di regressione multipla stepwise, l’indice puntiforme di abbondanza per fascia altitudinale, i risultati dell’indice di Kruskal – Wallis per il confronto simultaneo delle abbondanze fra fasce altitudinali, la quota minima e massima di rinvenimento e baricentro altitudinale, i risultati dell’analisi del trend effettuato mediante TRIM e l’andamento osservato dell’indice di popolazione e corrispondente tendenza calcolata da TRIM. Il tutto realizzato con una chiarezza e pulizia grafica eccellenti. Che dire. C’è da restare senza parole dinanzi ad un’opera di così vasta portata che ci inorgoglisce come ornitologi italiani, ma che, nel contempo non può suscitare un po’ di invidia nei confronti dei colleghi umbri. Invidia che si trasforma subito in complimenti vivissimi. Il volume può essere richiesto all’Osservatorio Faunistico dell’Umbria presso la Direzione regionale agricoltura e foreste, aree protette, valorizzazione dei sistemi naturalistici e paesaggistici, beni e attività culturali, sport e spettacolo, servizio caccia e pesca. Un’opera utilissima per chi effettua studi di monitoraggio delle specie comuni e per chi voglia approfondire le tecniche di monitoraggio e di analisi dei dati. Maurizio Fraissinet

Pier Paolo Ceccarelli e Stefano Gellini, 2011 – Atlante degli uccelli nidificanti nelle Province di Forlì – Cesena e Ravenna. ST.E.R.N.A., Forlì

E’ questo il terzo Atlante per la Provincia di Forlì – Cesena e il secondo per quella di Ravenna. Il primo, definito “storico” dagli Autori, fu pubblicato nel 1986 e si riferiva alla sola Provincia di Forlì – Cesena, all’epoca chiamata solo Forlì. Nel 1997 gli stessi Autori pubblicarono il secondo Atlante della Provincia di Forlì – Cesena e il primo per quella di Ravenna. Per garantire la continuità metodologica con il primo e consentire quindi confronti con il periodo precedente, sono stati presi in considerazione gli stessi quadranti di 10 chilometri della Carta Tecnica regionale utilizzati in precedenza.  Questa edizione ha in più i rilevamenti di tipo quantitativo per 71 specie, condotti con il metodo del transetto. Compaiono nel testo quindi sia dati qualitativi che quantitativi, questi ultimi limitatamente alle 71 specie più comuni. Per specie coloniali e/o facili da censire c’è invece la stima della popolazione e l’andamento negli anni . Il trend è riportato anche per ls epcie su cui sono stati effettuati i censimenti quantitativi. L’Atlante riporta ben 171 specie, un dato davvero notevole che si spiega con la presenza sul territorio sia di vaste ed importanti zone umide (Comacchio, Valle Mandriole, Piallasse, Saline di Cervia), sia con la presenza di rilievi collinari e appenninici ben conservati, quali, ad esempio, il versante romagnolo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. E l’incredibile biodiversità il dato che forse colpisce di più il lettore. Sfogliando la parte in cui si riportano i testi relativi alle singole specie, si rimane colpiti infatti dalla presenza di tante specie e spesso anche rare o localizziate su scala nazionale: Oca selvatica, Volpoca, Canapiglia, Marzaiola, Mestolone, Fistione turco, Moretta tabaccata, Marangone minore, Tarabuso, Airone bianco maggiore, Airone rosso, Mignattaio, Spatola, Svasso piccolo, Aquila reale, Voltolino, Schiribilla, Beccaccia di mare, Avocetta, Gabbiano roseo, Sterna zampenere, Fraticello, e l’elenco potrebbe continuare con molte altre specie. L’elevata qualità del popolamento ornitico è confermata anche dall’alta percentuale di specie Non Passeriformi sul totale delle specie nidificanti: 51,%. Valori di poco superiori si rinvengono solo nelle province di Venezia, Rovigo e Novara, anch’esse caratterizzate dalla presenza di importanti ed estese zone umide. Interessante anche l’analisi dei trend delle popolazioni delle 71 specie per cui si sono effettuati anche i censimenti quantitativi: 8 sono in forte aumento (in particolare il Colombaccio), 9 in aumento, 28 stabili, 14 in diminuzione, 11 in forte diminuzione (in particolare il Pendolino)e 49 non valutabili. Un Atlante ben fatto che testimonia, qualora ce ne fosse ancora bisogno, della crescita qualitativa dell’ornitologia italiana. Maurizio Fraissinet

Alberto Sorace, Silvia Properzi, Serena Guglielmi, Francesco Riga, Valter Trocchi e Marco Scalisi, 2011 – La Coturnice nel Lazio: status e piano d’azione. Edizioni ARP, Roma, 80 pp.

L’Italia ha un ruolo fondamentale per la conservazione della Coturnice in quanto, nel territorio nazionale, sono presenti due sottospecie, di cui una endemica; inoltre la popolazione appenninica, da confermare da un punto di vista genetico come sottospecie, potrebbe anch’essa costituire un ulteriore taxon endemico italiano. In questo contesto il Lazio, in virtù della presenza sul suo territorio della catena montuosa appenninica, preappenninica e antiappenninica, riveste un ruolo di particolare importanza per la conservazione delle popolazioni appenniniche. Nonostante l’importanza della specie per la biodiversità italiana, e le sue peculiarità ambientali e popolazionistico – genetiche, non è stato ancora redatto un piano d’azione nazionale per la specie, finalizzato ad indirizzare le attività gestionali in considerazione del cattivo stato di conservazione che la Coturnice sembra avere sull’intero territorio nazionale. Queste motivazioni hanno indotto l’Agenzia Regionale per i Parchi della Regione Lazio a pianificare un progetto di studio specifico per investigare lo stato di conservazione e la distribuzione della specie nel Lazio. La ricerca è stata condotta in stretta collaborazione con l’ISPRA. Questo libro riporta con dovizia di dettagli i metodi utilizzati per la ricerca, i risultati conseguiti con la verifica dello status della specie nel Lazio e il Piano d’Azione per la specie, con l’individuazione di una serie di obiettivi di tutela e di gestione. Molto interessante l’approccio metodologico che può rappresentare un modello di riferimento per chi voglia svolgere analoghe ricerche non solo sulla Coturnice ma su altre specie appenniniche, con lo studio, ad esempio, dei modelli di idoneità, ma anche dei vari approcci metodologici per le ricerche sul campo. Interessanti anche i risultati conseguiti, tra questi citiamo solo due dati: quello relativo alla popolazione nidificante censita nella Regione e alla densità. Nel Lazio gli Autori stimano una popolazione nidificante di 171 – 342 coppie, un risultato frutto sia dei censimenti sul campo che di una serie di aggiustamenti di carattere ecologico derivanti da studi effettuati per altre popolazioni, nonché estrapolazioni derivanti dall’analisi dell’estensione dei territori idonei dal punto di vista ambientale. La densità presenta due dati che non solo sono molto interessanti ma che fanno riflettere sull’impatto che l’attività venatoria o il semplice disturbo derivante da essa può avere sulla specie: nelle aree in cui la caccia è vietata la densità risulterebbe essere di 1,26 coppie per Km quadrato, in quelle in cui la caccia è consentita risulterebbe essere invece di 0,86 coppie per Km quadrato. Il valore complessivo per la Regione sarebbe di 0,86 coppie per Km quadrato. Un bel lavoro davvero che ha anche il merito di arricchire di conoscenze tecniche e professionali gli addetti ai lavori. Maurizio Fraissinet

Masimo Brunelli, Stefano Sarrocco, Ferdinando Corbi, Alberto Sorace, Aldo Boano, Setfano De Felici, Gaspare Guerrieri, Angelo Meschini e Silvano Roma (a cura di), 2011 – Nuovo Atlante degli uccelli nidificanti nel Lazio. Edizioni ARP

A distanza di circa una ventina di anni dal primo viene pubblicato il secondo Atlante degli uccelli nidificanti nel Lazio. Un’opera che si può definire, senza esagerazioni, monumentale. Ciò sia per la mole del volume e la notevole estensione del territorio indagato (il Lazio ha una superficie di ben 17.203 chilometri quadrati) che per la gran quantità di dati raccolti ed analizzati. Nelle 464 pagine (!) del libro ci sono infatti una tale serie di informazioni ornitologiche che impongono questo lavoro all’attenzione degli ornitologi italiani e ne fanno un importante punto di riferimento bibliografico, ma anche metodologico. La ricerca sul campo è iniziata nel 2000 e terminata nel 2009. Sono stati coinvolti 43 rilevatori e i dati raccolti sono di tipo qualitativo e quantitativo. Per i primi si sono visitati i 234 quadranti UTM di 10 chilometri di lato utilizzando le ben note categorie di rilevamento codificate a livello internazionale, per la parte quantitativa si è utilizzato il metodo adottato per i rilevamenti del progetto MITO, basato sui punti di ascolto. I 58.883 record complessivi archiviati nel data base del progetto portano ad affermare che nel Lazio nidificano (tra certe, probabili e possibili) 186 specie (erano 150 nel precedente Atlante), con una media di 65,5 specie per quadrante (era stata di 54,4 nel precedente Atlante). 85 specie sono Non Passeriformi e 101 Passeriformi e le prime dieci specie in quanto a numero di segnalazioni sono: Capinera, Merlo, Cornacchia grigia, Passera europea (gli Autori hanno preferito questo nome per la specie), Fringuello, Cinciallegra, Cardellino, Verzellino, Usignolo e Rondine. Per ciascuna specie è stata redatta una scheda con il nome italiano e scientifico, la cartina di distribuzione attuale e quella relativa alla precedente ricerca, la cartina delle abbondanze per le 61 specie più comuni, le note tassonomiche, corologiche e fenologiche relative al territorio italiano, la distribuzione e la consistenza nel Lazio, le preferenze ambientali nel Lazio, con grafici riferiti alle categorie ambientali e alle fasce altimetriche, e infine lo stato di conservazione nazionale e regionale. La cartina di base su cui sono inseriti i simboli è molto chiara ed immediata per la lettura del territorio Per la rappresentazione grafica della nidificazione si è scelto di utilizzare tre diversi simboli per rappresentare le tre categorie di nidificazione certa, probabile e possibile. Ciò genera una certa difficoltà nell’interpretazione dell’areale e nel confronto con la precedente cartina. La parte corposa del volume dedicata alle schede sulle specie nidificanti è preceduta da un interessante capitolo sulla storia dell’ornitologia nel Lazio, ed è questo un argomento interessante che comincia a comparire sempre più di frequente negli atlanti italiani, a testimonianza di una crescita culturale del mondo ornitologico nostrano, che prende sempre più coscienza della propria storia e del proprio ruolo nel contesto culturale nazionale. Seguono due capitoli dedicati, rispettivamente, ai lineamenti geografici e geologici e ai lineamenti floristici e vegetazionali. Sono entrambi particolarmente ricchi di foto e cartine e permettono in tal modo di farsi un’ottima idea degli aspetti geografici, geologici e botanici della Regione. Ad essi segue un dettagliato capitolo sui metodi.  I capitoli di chiusura sono dedicati, oltre alle specie alloctone acclimatate e alle specie non incluse, all’analisi della ricchezza di specie, all’analisi della ricchezza di specie nelle aree protette e nelle ZPS, dove anche gli Autori di questo lavoro utilizzano l’Indice di Valore Ornitologico – I.V.O. – di Bruno Massa e collaboratori, molto semplice ma nel contempo efficace nel misurare il Valore ornitologico di un territorio. A questi seguono un capitolo sulla Lista Rossa del Lazio, la prima nel nostro paese che si adegua ai nuovi criteri dettati dall’UICN sulle Liste Rosse regionali, e una amplissima bibliografia. Un lavoro davvero notevole che va preso come punto di riferimento per chi voglia pianificare nuovi atlanti regionali nel nostro paese. Nel contempo è anche un bel libro, curato graficamente con belle foto (fantastica la foto a pagina 11 di Valter Vivarelli della coppia di Albanelle minori) e cartine e grafici molto chiari. In alcune schede, oltre ad una bella foto per singola specie, compaiono anche foto sugli ambienti idonei per la specie. A giudizio dello scrivente uno dei più begli atlanti ornitologici finora pubblicati in Italia e forse tra i più belli in Europa, a tale proposito ricorda, per completezza di dati e ricchezza di illustrazioni quello degli uccelli nidificanti in Catalogna pubblicato nel 2004 Maurizio Fraissinet

Francesco Velatta e Mauro Magrini (eds), 2010 – Atlante degli Uccelli nidificanti nei parchi regionali della Provincia di Perugia: Monte Cucco, Monte Subasio, Fiume Tevere. Regione Umbria, Serie “I Quaderni dell’Osservatorio”, Volume speciale. 358 pa

Francesco Velatta e Mauro Magrini hanno curato la redazione di un ampio volume che riporta i dati di un progetto di ricerca finalizzato alla realizzazione degli Atlanti degli uccelli nidificanti nei tre Parchi regionali – Monte Cucco, Monte Subasio e Fiume Tevere – che ricadono nella Provincia di Perugia. Nel periodo 2003 – 2005 13 rilevatori qualificati hanno raccolto una notevole mole di dati per i tre atlanti, indagando complessivamente 258 quadranti di un chilometro di lato.  Complessivamente, nei tre Parchi, sono risultate 117 specie, non tutte nidificanti, nel senso che alcune sono state ugualmente riportate anche se nidificanti poco distanti da una di queste aree naturali protette perché comunque le frequentano per alimentarsi. La media delle specie per quadrante è piuttosto elevata perché raggiunge il valore di 41 specie per quadrante (40 se si considerassero solo quelle che nidificano all’interno delle aree naturali protette). Graficamente i territori dei tre Parchi vengono presentati nella stessa pagina e nella collocazione geografica che hanno nella Provincia di Perugia. Questo permette una facile comprensione della distribuzione delle specie nelle varie tipologie ambientali che caratterizzano i tre territori, fornendo una piacevole comparazione al lettore.  I testi delle schede di ciascuna specie sono molto chiari ed esplicativi della situazione all’interno delle aree protette, così come è molto ben illustrata la descrizione dei territori dei singoli Parchi. Gli Autori, inoltre, non hanno potuto resistere alla tentazione di riscrivere la check-list delle specie nidificanti in Umbria, riportando per ciascuna di esse anche le varie categorie di conservazione che abitualmente vengono prese in considerazione: Direttive comunitarie, SPEC, Lista Rossa. Un ampio capitolo sulla geologia dei territori chiude il volume. Un aspetto, quello della geologia, che spesso viene sacrificato negli atlanti ornitologici per dare spazio ad altre analisi territoriali e che, invece, in questo caso è stato giustamente recuperato concedendogli un ampio spazio. Il libro, ben curato graficamente, si chiude con una serie di tavole a colori e in bianco – nero in cui vengono illustrati gli ecosistemi che si rinvengono nei territori indagati con le specie di uccelli più comuni di tali ecosistemi. Era da tempo (più o meno dal libro “Il Salvanatura” di Fulco Pratesi) che non si vedevano più tavole di questo tipo e va elogiata quindi tale iniziativa che dà un tocco di eleganza, ma anche di funzionalità didattica al volume. Maurizio Fraissinet

Handbook of the Birds of the World, vol. 16. Tanagers to New World Blackbirds. Lynx Edicions

Con questo sedicesimo volume si conclude la grande opera della casa editrice catalana Lynx, intitolata Handbook of the Birds of the World, e curata da Josep del Hoyo, Andrew Elliott, David Christie e Jordi Sargatal. Un’opera iniziata nel 1992 con il primo volume che trattava gli uccelli dagli Struzzi alle Anatre. Un’opera che con il tempo è andata crescendo non solo nelle dimensioni (il primo volume è di 696 pagine, l’ultimo consta di 893 pagine ed è riferito solo ad alcune famiglie di Passeriformi!) ma anche nella pianificazione editoriale, con la stampa, per i Passeriformi, di più volumi di quelli inizialmente previsti. Quando si arrivò all’appuntamento con l’Ordine dei Passeriformi, la Lynx effettuò un sondaggio presso i lettori chiedendo se volevano un’opera più ampia, e quindi articolata in più volumi di quelli previsti, o si sarebbero accontentati del piano editoriale di partenza, sicuramente meno ricco. Ebbene la risposta non si fece attendere: gli ornitologi che in tutti i continenti del mondo prenotano, acquistano, leggono e consultano l’opera, risposero che avrebbero voluto un’opera ampia e dettagliata, anche se questo avrebbe comportato più volumi da stampare e un costo maggiore. Nel ventennio in cui l’opera è andata crescendo e prendendo forma l’ornitologia mondiale si è in qualche modo virtualmente stretta intorno ai volumi che uscivano, all’attesa, alla ricerca della novità e dell’interpretazione sistematica degli Autori prestigiosi che curavano le famiglie. Ma anche agli interessantissimi editoriali iniziali dedicati a vari temi dell’ornitologia. Quello del 16° volume è dedicato agli effetti dei cambiamenti climatici sugli uccelli ed è curato da Anders Pape Moller. Se solo si volessero rilegare in un unico volume questi editoriali, che in realtà sono ampie e dettagliate trattazioni su singoli temi ornitologici, si otterrebbe un volume di ornitologia prestigioso ed interessantissimo. Un’opera, quella della Lynx, che ha fatto crescere l’ornitologia e che nel contempo ha deliziato tutti con foto stupende, cartine dettagliate, tavole precise e ricche di informazioni, testi utili per chi, per lavoro o per diletto, doveva approfondire una singola specie. Oggi chi ha l’opera completa può dirsi un fortunato e un privilegiato che ha saputo aspettare i tempi delle pubblicazioni e ha avuto fiducia, scommettendo sulla serietà e la competenza di chi la coordinava. Io mi permetto di riportare, quale annotazione personale, che devo la mia opera completa al suggerimento datomi da Roberto Lardelli, su di una panchina di Amsterdam, al termine di un convegno; mi disse: comincia ad acquistare i volumi, vedrai che non te ne pentirai”. Avevi ragione Roberto. Grazie. Il sedicesimo volume tratta dei Thraupidae, Cardinalidae, Emberizidae e Icteridae. Molto interessante la trattazione degli Emberizidi anche per la loro complessità sistematica e la trattazione quindi delle singole specie e delle sottospecie. Interesse sia biogeografico che evoluzionistico, temi che ritroviamo, ma qui entra in campo anche una certa affettività storico – culturale , nelle pagine dedicate ai Fringuelli di Darwin (sempre della famiglia degli Emberizidi). Splendide le foto dei Cardinalidi e bella quella di pagina 698 in cui è ritratto uno stormo in volo di Merli dalle ali rosse, nella famiglia degli Icteridi. Finisce qui l’opera? La Lynx risponde di no, e propone alla comunità mondiale degli ornitologi un volume speciale sulle 52 specie nuove (ma potrebbero essere anche di più) scoperte in questi anni e riferite a volumi già stampati, un volume contenente la checklist illustrata degli uccelli del mondo e un sito web (HBW alive) per tenersi sempre aggiornati.  Maurizio Fraissinet