E’ questo il terzo Atlante per la Provincia di Forlì – Cesena e il secondo per quella di Ravenna. Il primo, definito “storico” dagli Autori, fu pubblicato nel 1986 e si riferiva alla sola Provincia di Forlì – Cesena, all’epoca chiamata solo Forlì. Nel 1997 gli stessi Autori pubblicarono il secondo Atlante della Provincia di Forlì – Cesena e il primo per quella di Ravenna. Per garantire la continuità metodologica con il primo e consentire quindi confronti con il periodo precedente, sono stati presi in considerazione gli stessi quadranti di 10 chilometri della Carta Tecnica regionale utilizzati in precedenza.
Questa edizione ha in più i rilevamenti di tipo quantitativo per 71 specie, condotti con il metodo del transetto. Compaiono nel testo quindi sia dati qualitativi che quantitativi, questi ultimi limitatamente alle 71 specie più comuni. Per specie coloniali e/o facili da censire c’è invece la stima della popolazione e l’andamento negli anni . Il trend è riportato anche per ls epcie su cui sono stati effettuati i censimenti quantitativi.
L’Atlante riporta ben 171 specie, un dato davvero notevole che si spiega con la presenza sul territorio sia di vaste ed importanti zone umide (Comacchio, Valle Mandriole, Piallasse, Saline di Cervia), sia con la presenza di rilievi collinari e appenninici ben conservati, quali, ad esempio, il versante romagnolo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
E l’incredibile biodiversità il dato che forse colpisce di più il lettore. Sfogliando la parte in cui si riportano i testi relativi alle singole specie, si rimane colpiti infatti dalla presenza di tante specie e spesso anche rare o localizziate su scala nazionale: Oca selvatica, Volpoca, Canapiglia, Marzaiola, Mestolone, Fistione turco, Moretta tabaccata, Marangone minore, Tarabuso, Airone bianco maggiore, Airone rosso, Mignattaio, Spatola, Svasso piccolo, Aquila reale, Voltolino, Schiribilla, Beccaccia di mare, Avocetta, Gabbiano roseo, Sterna zampenere, Fraticello, e l’elenco potrebbe continuare con molte altre specie.
L’elevata qualità del popolamento ornitico è confermata anche dall’alta percentuale di specie Non Passeriformi sul totale delle specie nidificanti: 51,%. Valori di poco superiori si rinvengono solo nelle province di Venezia, Rovigo e Novara, anch’esse caratterizzate dalla presenza di importanti ed estese zone umide.
Interessante anche l’analisi dei trend delle popolazioni delle 71 specie per cui si sono effettuati anche i censimenti quantitativi: 8 sono in forte aumento (in particolare il Colombaccio), 9 in aumento, 28 stabili, 14 in diminuzione, 11 in forte diminuzione (in particolare il Pendolino)e 49 non valutabili.
Un Atlante ben fatto che testimonia, qualora ce ne fosse ancora bisogno, della crescita qualitativa dell’ornitologia italiana.
Maurizio Fraissinet