Danila Mastronardi* , Silvia Capasso*,Maurizio de Vita*, Anna Digilio*, Giuseppe Di Martino*,Elio Esse*, Maurizio Fraissinet*, Stefano Giustino*, Silvana Grimaldi*, Stefano Piciocchi*, Filippo Tatino*, Alessio Usai**.
*Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale – A.S.O.I.M. – onlus – Via Luca Giordano 12, 80046. S.Giorgio a Cremano (NA)
**Ente Riserve Naturali Regionali “Foce Volturno-Costa di Licola” e “Lago di Falciano”
www.asoim.org – e-mail: danila.mastronardi@tin.it
Distribution and reproductive ecology of Coracias garrulus in the province of Caserta: first year of study.
Abstract
The Roller breeds in the province of Caserta, in the alluvial plain between Volturno and Garigliano rivers. The area is characterized by farmlands cultivated with alternating fodder, corn, and woody cultivations in low percentage. The activity began in 2012 but it was only in 2014 that its methodology was standardized. Roller breeds in cavities, in ruins partially utilized for agricultural purposes or abandoned ones. In 2014 96 ruins were monitored, of which 13 inhabited by the Roller with a percentage of 12%. The authors have noted a preference towards ruins with a roof; relations between vehicular traffic, distance from the road are not significant. The farmlands in which Roller are present are 80% herbaceous plants, 7% woody plants, 5,8 hedges and rows, 4,5 % channels, 3,2 % greenhouses and fotovoltaic panel. During these years of study, .we never documented more than two fledgings per pair.
INTRODUZIONE
La Ghiandaia marina Coracias garrulus è specie politipica a distribuzione euroturanico-mediterranea, con una popolazione europea di 53.000 – 110.000 coppie (Brichetti e Fracasso, 2007). Per quanto riguarda la Regione Campania, la specie non è riportata nell’Atlante degli uccelli nidificanti (Fraissinet e Kalby, 1989), però citata come nidificante da Grimmett e Jones (1989) nelle gole del fiume Calore (SA). Scebba (1993) riferisce di alcuni individui sotto i viadotti autostradali nel tratto Padula-Lagonegro (Landolfo) e riporta la nidificazione della specie negli anni ’60 lungo il corso del Volturno presso Grazzanise. Mancuso et al.(2008) in un lavoro sull’avifauna dell’Oasi WWF di Persano (SA) considerano la specie migratrice irregolare, nidificante fino alla metà degli anni ’70 nei fori del ponte ferroviario che attraversa il fiume Tenza; gli autori riportano osservazioni sui fili elettrici della SS 19 fino all’inizio degli anni ’80 (Indelli, 1992).
La specie è SPEC 2, è inserita nell’All. I della Dir. Uccelli, è considerata “in pericolo” nella lista Rossa nazionale (LIPU e WWF,1999). Nella recente Lista Rossa regionale è classificata come specie minacciata di estinzione (Fraissinet e Russo, 2013).
L’area agricola posta a est della via Domiziana, ricadente in gran parte nei comuni di Pescopagano e Cancello Arnone, era nota per ospitare alcune coppie di Coracias garrulus (Landolfo F., dati inediti). Anche in un antico lavoro (Cannaviello, 1898) si parla di tre coppie nidificanti a Cacello, intendendo con ogni probabilità il comune di Cancello Arnone. Il grande interesse rivestito dalla specie e l’esigenza di approfondire la conoscenza della popolazione casertana hanno indotto i soci dell’Asoim ad aderire, nel 2011, al progetto nazionale “Coracias”.
In questo lavoro si riportano i risultati dei primi anni di indagine tesi a valutare l’ampiezza dell’areale riproduttivo nell’area di studio, la consistenza della popolazione, le preferenze riguardo i siti di nidificazione. Vengono fornite prime indicazioni sull’uso del suolo intorno ai siti e brevi note di biologia riproduttiva.
Area di studio
L’area è situata in piena Campania felix a est della Via Domitiana situata nella piana fra i fiumi Volturno e Garigliano. Si sviluppa interamente in pianura al livello del mare ed è caratterizzata da un ambiente a seminativi ripartito principalmente tra le foraggere avvicendate, le ortive e i cereali; è percorsa da fasce alberate, siepi e canali sia di bonifica (Regi Lagni) che di irrigazione. Minore estensione è destinata alle coltivazioni legnose, in massima parte fruttiferi.
Numerosi i filari alberati soprattutto a Eucalipto (Eucalyptus sp.) o arbustivi spesso a Rovo (Rubus ulmifolius).
Materiale | Dist.strada (m) | Vol.traff . | Uso antropico | Tetto | |||||||||
Tufo | Altro | 0-20 | 21-
100 |
>100 | A | M | B | SI | NO | Parz | SI | NO | Parz |
95 | 1 | 42 | 41 | 13 | 18 | 37 | 41 | 1 | 89 | 6 | 39 | 45 | 12 |
Tabella 1: Caratteristiche dei 96 ruderi monitorati.
Materiale | Dist.strada (m) | Vol. traff. | Uso antropico | Tetto | |||||||||
Tufo | Altro | 0-20 | 21-
100 |
>100 | A | M | B | SI | NO | Parz | SI | NO | Parz |
12 | 0 | 5 | 5 | 2 | 2 | 4 | 6 | 0 | 10 | 2 | 10 | 2 | 0 |
Tabella 2: Caratteristiche dei ruderi presso cui è stata osservata la specie.
Figura 1: Proporzione di ruderi con tetto nei due sottoinsiemi “Presenza” e “Assenza” della specie.
Range min-max | Valore medio | |
Coltivazioni erbacee | 60 ÷ 90 % | 80% |
Coltivazioni legnose | 0 ÷ 35% | 7,08% |
Siepi e filari | 0 ÷10% | 5,8% |
Canali | 0 ÷ 5% | 4,5% |
Serre | 0÷20 % | 1,66% |
Impianti fotovoltaici | 0÷20% | 1,66% |
Tabella 3: uso del suolo dei siti occupati dalla Ghiandaia marina.
Metodi
Nei primi due anni l’indagine è stata effettuata senza l’utilizzo di una metodologia standardizzata, con l’unico scopo di contribuire alla raccolta dati per il progetto nazionale. In questa prima fase erano state individuate alcune coppie nidificanti in un’area agricola piuttosto limitata caratterizzata dalla presenza di numerosi ruderi abbandonati, manufatto scelto dalla specie per la riproduzione nell’area di studio. In questa fase l’area monitorata è stata approssimativamente di 64 km2.
Nella stagione riproduttiva 2014 il lavoro è proseguito con la seguente metodologia: è stata individuata un’area di circa 375 km2 fra i comuni di Mondragone e Carinola a nord, Ischitella e Carditello a sud, comprendente quella di presenza accertata,caratterizzata da tipologie ambientali idonee all’insediamento della specie. L’area è stata divisa in sei quadranti ognuno dei quali è stato affidato ad una squadra di ornitologi. In ciascuno di essi sono stati monitorati, almeno due volte durante la stagione riproduttiva, tutti i ruderi presenti. Nel mese di luglio si sono intensificate le visite ai siti attivi. Ogni rudere controllato veniva georeferenziato e descritto secondo i seguenti parametri: altezza del manufatto, presenza del tetto, vicinanza alla strada, intensità del traffico veicolare (dove A=N.auto/min>1 M= N.auto/min=1; B=N.auto/min≤0,2), uso da parte dell’uomo. I siti dove la specie risultava presente venivano ulteriormente indagati caratterizzandoli secondo le tipologie ambientali rilevate in percentuale in un raggio di 200 m dal rudere e annotando la presenza di canali, di siepi o filari, di incolto o di altro. Venivano annotati, ove possibile, informazioni sulla biologia riproduttiva, sulle minacce e sulla presenza di eventuali altre specie ornitiche, in caso di ruderi occupati da più specie.
Alle coppie rilevate è stata attribuita la seguente categoria di nidificazione: A=nido attivo e/o presenza di pulli involati; B= presenza della coppia presso il sito durante tutta la stagione riproduttiva – nido non individuato; C= osservazione sporadica di una coppia in periodo riproduttivo con idoneo sito nelle vicinanze. Le analisi statistiche sono state effettuate utilizzando il test Z per le proporzioni, per confrontare la proporzione di casolari con il tetto occupati dalle coppie, con quella dei casolari con il tetto non occupati dalle coppie. Inoltre è stato calcolato l’odds ratio con relativo intervallo di confidenza al 95%, per verificare se la presenza del tetto avesse effetto sulla probabilità che la specie occupasse il casolare.
Risultati
Nel 2012 sono state individuate 4 coppie di Ghiandaia marina di cui 2 appartenenti alla categoria di nidificazione “A” e 2 “B”. Nel 2013 le coppie rilevate sono state 6 di cui 3 appartenenti alla categoria “A”, 1 alla “B” e 2 alla “C”. Nel 2014 il numero di coppie rilevate è salito a 13 concentrate soprattutto al confine nord dell’area considerata e di cui 6 di categoria “A”, 2 di categoria “B” e 5 di categoria “C”. Le analisi ecologiche sono state effettuate su 12 coppie perché di una di categoria “C” non è stato individuato l’ipotetico sito riproduttivo. Per quanto riguarda la scelta del sito di nidificazione il 100% di questi è rappresentato da cavità all’interno di ruderi abbandonati o parzialmente utilizzati a scopo agricolo, realizzati in gran parte dall’Opera Nazionale Combattenti nei primi decenni del 1900. Sono stati monitorati N.96 ruderi le cui caratteristiche sono evidenziate nella Tab. 1. Di questi, 12 sono stati occupati dalla Ghiandaia marina nella stagione riproduttiva del 2014 con una percentuale di occupazione del 12,5%.
Si evince una relazione significativa fra la presenza del tetto e la presenza della Ghiandaia marina. Il test Z per la differenza delle proporzioni evidenzia come nell’insieme di ruderi in cui è presente la Ghiandaia marina la proporzione di ruderi con tetto è nettamente superiore alla proporzione di ruderi con tetto presenti nell’altro insieme in cui la Ghiandaia marina è assente (Z=3.22; p<0.0013) (Fig. 1) .
L’analisi dell’Odds ratio (rapporto crociato tra il prodotto delle probabilità condizionate) ha evidenziato un valore maggiore di 1, quindi la presenza del tetto accresce la probabilità che la specie scelga quel rudere.
OR=7.41; IC 95% (1.51; 36.34).
Dall’analisi dell’uso del suolo dei siti con presenza della specie si evince una ripartizione fra le varie tipologie come da Tab.3. Le serre e gli impianti fotovoltaici sono presenti solo in un sito.
Nonostante la metodologia adottata non sia stata tarata per raccogliere dati di biologia riproduttiva, durante le ore trascorse in campo sono state effettuate osservazioni che si ritiene utile riportare:
- In un sito riproduttivo attivo sia nel 2012 che nel 2013, sono stati presenti durante tutta la stagione riproduttiva, tre individui adulti.
- Le altre specie presenti nei ruderi (categoria nidificazione “A”) sono: Gheppio Falco tinnunculus presente in 4 ruderi, Civetta Athene noctua in due ruderi, Upupa Upupa epops in un rudere, Taccola Corvus monedula in un rudere, Passera d’Italia Passer italiae e Passera mattugia Passer montanus nei 5 ruderi con nido attivo.
- Osservata competizione da parte della Taccola. In un sito la Ghiandaia marina ha abbandonato il rudere, già occupato con successo due anni prima, all’arrivo di tre coppie di Taccole. Il rudere è stato rioccupato dalla Ghiandaia marina quando le Taccole hanno concluso l’attività riproduttiva. Non si è notato alcun atteggiamento aggressivo da o verso il Gheppio.
- I tempi di deposizione, schiusa e involo sono in linea con quanto osservato da altri autori in Italia (Mascara 1987, Guzzon, 2001). Le Ghiandaie marine occupano i ruderi nella prima decade di maggio. L’11 giugno osservato un individuo in cova. La schiusa avviene alla fine di giugno (29 giugno e 6 luglio osservata la coppia che entra nella cavità con l’imbeccata) e la nascita dei pulcini nella terza decade di luglio (il 21 luglio un giovane già involato in un sito e il 27 luglio un giovane pronto all’involo in un altro sito).
- I nidi accertati, cumulando tutti gli anni di studio, presentano la seguente esposizione: NW=2; SW=2; S=1;E=1. L’altezza dal livello del suolo è compresa fra 4,5 e 6m in 5 casi; 3 m in un caso.
- Le osservazioni di giovani involati si riferiscono a: un giovane nel 2012; due coppie di giovani in due siti (due per sito) nel 2013; un giovane per due siti diversi nel 2014.
Discussione
Nei tre anni di studio il numero di coppie di Ghiandaia marina rilevate nell’area di studio si è triplicato. La presenza nel 2014 di 5 coppie appartenenti alla categoria di nidificazione “C”, rilevate in uno stadio avanzato dell’attività di campo, fa sperare in un maggior numero di coppie nidificanti che ci si augura di accertare nei prossimi anni di ricerca. La maggiore concentrazione nella parte NW dell’area di studio può trovare spiegazione nella fedeltà al sito riproduttivo con la tendenza a occupare luoghi prossimi a quelli di nascita, espandendosi solo se questi sono occupati (Brichetti e Fracasso, 2007). Le preferenze ambientali nel casertano sono conformi a quanto rilevato da altri autori (Avilés & Parejo, 2004). Da queste prime osservazioni sembra emergere una competizione da parte della Taccola ai danni della Ghiandaia marina, mentre sembra essere ininfluente la presenza del Gheppio, differentemente da quanto osservato da Guzzon (2001).
La causa della preferenza accertata di ruderi con tetto va ulteriormente indagata ma può trovare spiegazione in una maggiore protezione verso i predatori fornita da questa tipologia o in una maggiore stabilità delle pareti del rudere nelle cui cavità la Ghiandaia marina nidifica. Con i dati a nostra disposizione non si è rilevata alcuna differenza significativa fra i siti di presenza e di assenza in merito al volume di traffico, alla distanza dalla strada, all’utilizzo antropico del rudere. L’area indagata non presenta come fattore limitante la disponibilità di cavità idonee, a differenza di alcune località italiane o estere (Avilès et al., 1999; Avilès et al., 2000; Catoni et al. dati inediti) e la disponibilità di ruderi non occupati, di cui molti con tetto, può far ipotizzare un futuro incremento numerico della specie nell’area di studio; pertanto è necessario proseguire nella nostra ricerca al fine di individuare eventuali minacce o fattori di disturbo che impediscano l’incremento della popolazione. Prioritario sarà studiare il successo riproduttivo che, da queste prime osservazioni, sembra essere basso se confrontato con quello rilevato in Estremadura (successo riproduttivo = 2.9) o nel Lazio (successo riproduttivo=3.9)(Avilès et al., 1999; Catoni et al. dati inediti), cosa che si potrebbe mettere in relazione con l’avvicendamento delle colture tipico dell’area agricola casertana che prevede la piantumazione del mais, con copertura del suolo inadatta al reperimento di risorse trofiche, in concomitanza con la schiusa delle uova. In un successivo sviluppo della ricerca si provvederà a studiare, quando la specie lascia i siti riproduttivi, l’habitat intorno ai ruderi non occupati e a raccogliere dati sulle cavità scelte come nidi, allo scopo di individuare i parametri positivamente correlati con la presenza e le minacce che gravano sulla popolazione casertana.
Bibliografia
Avilés J.M., J.M. Sanchez & D.Parejo , 1999 – Breeding biology of the Roller (Coracias garrulous) in farming areas of the Southwest of the Iberian peninsula. Bird Study 46 Issue 2:217-223.
Avilés J.M., J.M. Sanchez & D.Parejo, 2000– Nest site selection and breeding success in the Roller (Coracias garrulus) in the Southwest of the Iberian peninsula. J.Ornithol. 141: 345-350
Avilés J.M., J.M. Sanchez & D.Parejo, 2004 – Farming practices and Roller Coracias garrulus conservation in South West Spain. Bird Conserv.Intern. Vol.14 Issue 03: 173-181.
Cannaviello E., 1898 – Nuove specie di uccelli che hanno nidificato nella prov.di Napoli. Avicula 2:5.
Fraissinet M. e M.Kalby, 1989 – Atlante degli uccelli nidificanti in Campania (1983-1987). Tipolitografia Incisivo, Salerno.
Fraissinet M., D.Russo, 2013 – Lista rossa dei vertebrati terrestri e dulciacquicoli della Campania. Industria Grafica Letizia. Capaccio Scalo (SA).
Grimmet R.F.A. & T.A. Jones , 1989. Important Bird Areas in Europe. International Council for Bird Preservation, Cambridge, U.K.
Guzzon C., 2001 – Ghiandaia marina Coracias garrulus : prima nidificazione in Friuli- Venezia Giulia. Avocetta 25:216.
Indelli G.,1992- Piano di gestione Oasi WWF di Persano. Relazione, Salerno.
Lipu e WWF, 1999 – Nuova Lista Rossa degli Uccelli nidificanti in Italia. Riv. ital. Orn., 69: 3 – 43.
Mancuso C.,A.Nappi, R.Lenza, G.Indelli e V.Cavaliere, 2008 – Avifauna dell’Oasi WWF di Persano (Salerno), Picus, 34 (65):17-26.
Scebba S., 1993 – Gli uccelli della Campania . Ed. Esselibri