La nostra giovane socia Rossella Lanzieri, laureata in scienze naturali, ha scoperto che nei Giardini di Villa Doria (Villa Comunale) del Comune di Angri (SA) si è stabilita una piccola popolazione di Cerambice della quercia (Cerambyx cerdo Linnaeus, 1758).
Hanno trovato lì l’habitat idoneo costituito da alcuni dei secolari Lecci (Quercus ilex L., 1753) presenti dal 1796, messi a dimora quando il Principe Marcantonio Doria chiese all’architetto Pompeo Schiantarelli di trasformare il Parco Medievale in un incantevole giardino chiamato il “Giardino delle Delizie”.
Durante i monitoraggi fatti in questi ultimi quattro anni Rossella ha riscontrato che la popolazione è in declino e che oltre alle già conosciute minacce (perdita dell’habitat, pesticidi, moderne pratiche selvicolturali) gli esemplari vengono uccisi perché scambiati per Blatte (ordine differente, Blattoidea) o perché si è spaventati dalle loro dimensioni e dal loro aspetto pensando che possano essere velenosi o pericolosi.
Rossella ha portato a conoscenza l’amministrazione comunale di Angri della presenza della specie e delle minacce ad essa collegate, e questa già dallo scorso anno ha messo in atto delle strategie di conservazione evitando la disinfestazione nelle aree limitrofe alla Villa Comunale.
Quest’anno l’A.S.O.I.M. (Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale) ha ottenuto dal Comune il patrocinio morale per il Progetto “Tutela della popolazione di Cerambice della quercia (Cerambyx cerdo) all’interno dei Giardini di Villa Doria” con l’obiettivo della corretta informazione e dell’educazione dei cittadini, di ogni età, al rispetto per la natura e per ogni forma di vita.
È stato quindi realizzato e messo a disposizione gratuitamente dal nostro socio Claudio Labriola un pannello illustrativo da apporre in almeno tre punti del Parco urbano.
Stamane i pannelli sono stati collocati nella villa, sebbene non secondo le indicazioni tecniche dell’ASOIM. C’è ancora da lavorare, ma di certo abbiamo fatto davvero una cosa probabilmente unica in Italia e che ci inorgoglisce come Associazione.
Un grande grazie a Rossella e a Claudio per quello che sono riusciti a fare. Bravissimi.
La speranza ora è che si continui su questa strada, monitorando la popolazione, educando i cittadini e, perché no, estendendo tale pratica ad altri comuni che potrebbero ospitare popolazioni di specie rare di invertebrati sul loro territorio.
L’ASOIM se non ci fosse andrebbe inventata
Maurizio Fraissinet