Angelo Meschini, 2010 – L’Occhione. Edizioni Belvedere. Euro 25,00
Tra i fiumi e le pietre Da qualche anno si sta intensificando nel nostro paese la produzione di libri monografici su singole specie di uccelli. Se si possono comprendere però le motivazioni che possono convincere un autore a scrivere i testi (fatica immane che comporta una conoscenza assoluta della specie!), un editore a pubblicare il libro (e a rischiare quindi l’investimento) e un lettore a comprarlo ( impegnando soldi per una merce che lo interessa), allorquando si tratta di uccelli spettacolari e di grosso interesse emotivo quali i rapaci diurni e notturni, le anatre, gli aironi, gli avvoltoi e alti gruppi e specie simili, molto più difficili sono da capire le motivazioni, quando l’oggetto del libro riguarda un uccello schivo, poco appariscente e alquanto sconosciuto ai più come l’Occhione. La prima risposta a queste considerazioni, se volete anche un pò scherzosa, sta nei personaggi che si celano nell’autore e nell’editore. Il primo, Angelo Meschini, è un ornitologo professionista viterbese che ama frequentare, armato di pipa, binocolo e macchina fotografica, i greti dei fiumi e gli ambienti steppici della Toscana meridionale e dell’alto Lazio, con qualsiasi tempo, freddo o caldo che sia. Se si aggiunge che costui è dotato anche di un notevole spirito costruttivo che lo porta a organizzare tante cose sempre di successo e sempre ben pianificate (qualcuno ricorderà le “interviste dell’Okkione”su di un sito web e l’ottima tavola rotonda sulla specie all’ultimo convegno italiano di Ornitologia di Sabaudia) già può intuire cosa gli riservi il libro, e perché costui ha speso tanto del suo tempo per scrivere un libro così ben fatto e interessante. L’editore, poi, è Luigi Corsetti, anch’esso ornitologo, e si capisce quindi tutto. Si comprende infatti il pizzico di follia che c’è dietro l’impresa, ma anche l’amore che l’ha scatenata e soprattutto la professionalità e la serietà scientifica che traspaiono nettamente dalla lettura delle pagine. Se è vero che l’Occhione è poco distribuito in Italia e di conseguenza anche poco studiato, è altrettanto vero che la specie presenta una biologia estremamente interessante, con una serie affascinante di adattamenti morfologici, comportamentali e fisiologici all’habitat che frequenta, una capacità straordinaria di comunicare con i conspecifici e, nel contempo, di difendere il territorio in periodo riproduttivo, uno spettro alimentare molto vario e un’attività riproduttiva che, anche se in un ambiente che sembra particolarmente ostile, viene portata avanti con “sagacia evolutiva”. La trattazione è ampia e completa e al termine della lettura chiunque, sia esso uno studioso della specie o uno che non si era mai “posto il problema” quale il sottoscritto, si rimane non solo affascinati da tale animale, ma ci si trova soprattutto a ragionare sugli adattamenti evolutivi, sulle strategie messe in atto e sul fascino che il mondo dell’Occhione richiama nell’appassionato di natura. E’ da quando ho terminato di leggere il libro che desidero ardentemente vederne qualche esemplare in Italia e sentirne il canto. La passione che trasmette il libro è dovuta, oltre al rigore scientifico ben divulgato, anche dall’”essudato” di passione che traspira dalle pagine, così ricche graficamente con disegni, sagome e foto molto belle, e piene di bei racconti di momenti di vita dell’autore a contatto con gli Occhioni. E’ quello del racconto della vita di campo un aspetto nuovo della divulgazione naturalistica che a me, personalmente, piace molto, e trovo utile anche per far conoscere e far appassionare allo studio naturalistico le nuove generazioni. Insomma, davvero un bel libro e una bella lettura che raccomando a chiunque ami andare in giro a “sbinocolare” Maurizio Fraissinet
Bruno Massa. 2008. In difesa della biodiversità. Alberto Perdisa editore
Quando finisci di leggere un bel libro che ti ha passionato hai voglia di dirlo agli amici e di suggerirgli la lettura. E’ con questo spirito che scrivo queste brevi note di recensione del libro di Bruno Massa, noto naturalista siciliano. Il testo è diviso in tanti capitoli quante sono le lettere che compongono la parola “biodiversità” e ciascun capitolo inizia con una di queste lettere a partire dalla prima, la “b”. Un’idea simpatica che permette all’autore di spaziare su molti argomenti di biologia, ecologia, etologia e conservazione della natura. Un testo che si fa leggere con interesse per le tante informazioni scientifiche che si possono acquisire. I vari argomenti trattati – biogeografia, isolamento e insularità, organismi viventi, diversità a vari livelli, incommensurabile ricchezza, vulnerabilità, estinzioni, risorse, simbiosi e coevoluzione, interazioni ecologiche, terra (gaia) e alcune considerazioni sulla tutela della biodiversità – sono esaminati in maniera esaustiva e citando molti casi di studio. Il testo si legge con piacere e con interesse, e mana mano che si procede nella lettura ci si appassiona perchè l’Autore ci conduce alla esplorazione di un pianeta fantastico, abitato da creature straordinarie che hanno messo in atto strategie per la sopravvivenza che la nostra fantasia non riesce nemmeno ad immaginare. Davvero un libro da leggere e da far leggere
Frèdéric Malher, Guilhem Lesaffre, Maxime Zucca et Jacques Coatmeru, 2010 – Oiseaux nicheurs de Paris. Un atlas urbain. CORIF. Delachaux et Niestlé, Paris. Euro 38
il primo atlante urbano francese Il primo atlante urbano francese è stato pubblicato ed è dedicato alla città di Parigi. Il curatore della ricerca e del volume è Frédéric Malher, noto agli ornitologi europei che si interessano di avifauna urbana, per il suo riuscitissimo blog “Les Oiseaux des villes” in cui non si parla solo dell’avifauna urbana francese ma si discute di vari temi dell’ornitologia urbana e viene tenuta una ricca e ben aggiornata rubrica sulle ultime novità bibliografiche inerenti l’argomento. Il volume di 240 pagine è molto curato dal punto di vista grafico e presenta i risultati della ricerca condotta nella parte cosiddetta “intra muros” di Parigi nel periodo 2005 – 2008. La zona “intra muros” costituisce la parte centrale della città, estesa per 87 chilometri e quadrettata con un reticolo di quadranti di 1 Km di lato. Al lavoro di raccolta dei dati sul campo hanno collaborato 58 rilevatori. Per alcune specie – Gheppio e Balestruccio – esistono a Parigi specifici gruppi di ricerca che eseguono da anni monitoraggi e che hanno collaborato fornendo i dati al progetto. Nell’area di studio non rientrano i due grandi parchi posti, rispettivamente a est e a ovest, della città: Bois de Boulogne e Bois de Vincennes. L’atlante è stato di tipo semiquantitativo e ha portato al censimento di 60 specie nidificanti certe o probabili. L’analisi dell’avifauna nidificante a Parigi presenta molti spunti di interesse. In primo luogo si presenta, rispetto alle altre capitali dell’Europa centro-settentrionale in cui è stato pubblicato un atlante ornitologico (Londra e Berlino, ad esempio), molto povera di specie acquatiche nidificanti, ospitando solo Germano reale e Gallinella d’acqua. Ciò è dovuto al fatto che non presenta le vaste distese lacustri urbane tipiche di Londra e Berlino. Interessanti la buona distribuzione ed abbondanza del Colombaccio (comunissimo) e della Colombella, che contrasta con la quasi assenza della Tortora dal collare, presente con solo 5 coppie, la nidificazione di tre specie di gabbiani: il reale, il nordico e lo zafferano. Incredibile il calo che sta facendo registrare la Taccola, ormai a rischio di estinzione e la rarità della Passera mattugia (4 o 5 coppie). Comune il Picchio rosso minore, che risulta essere, tra i tre picchi presenti, la specie più diffusa. Molto frequente è risultata la Passera scopaiola, al punto da classificarsi al secondo posto nella classifica delle specie più frequenti con il 98,9% dei quadranti occupati. La specie più diffusa è risultata il Merlo con il 100% dei quadranti occupati. Il Gheppio è l’unico falco nidificante (gli ornitologi parigini sono in trepidante attesa della prima nidificazione del Pellegrino che sembrerebbe imminente!) ed è presente con oltre 50 coppie. Da qualche anno ha iniziato a nidificare in città anche lo Sparviere (3 o 4 coppie): bellissima la foto di una femmina sulla ringhiera di un balcone. Oltre l’analisi dei risultati relativi alle singole specie, il libro riporta brevi note anche sulle altre specie che frequentano la città fuori dal periodo riproduttivo, illustra i due grandi parchi non inseriti nella ricerca – Bois de Boulogne e Bois de Vincennes – descrivendone anche l’avifauna, riporta alcune interessanti ricerche in corso sull’avifauna, quale ad esempio quella dell’inanellamento in città. Molto interessanti i capitoli dedicati alla evoluzione del popolamento ornitico della città e all’analisi dei dati raccolti nel corso della ricerca. Da leggere le spiegazioni ecologiche e i confronti con altre città. Un bel lavoro che arricchisce ulteriormente il panorama di conoscenze sull’avifauna urbana europea. Con Parigi passano a 9 le capitali europee per le quali esiste un atlante ornitologico: Berlino, Bruxelles, Londra, Mosca, Praga, Roma, Sofia, Varsavia, e Parigi, appunto. Maurizio Fraissinet
Pierandrea Brichetti e Giancarlo Fracasso, 2010. ORNITOLOGIA ITALIANA volume 6. Sylviidae-Paradoxornithidae. Oasi Alberto Perdisa, Bologna, 490 pagine, € 48,00
Nel piano dell’opera iniziale, Ornitologia italiana, il fondamentale lavoro di Pierandrea Brichetti e Giancarlo Fracasso dedicato a identificazione, distribuzione, consistenza e movimenti degli uccelli italiani, avrebbe dovuto concludersi in cinque volumi. Ma il sesto volume, ora pubblicato, tratta le famiglie Sylviidae, Timaliidae e Paradoxornithidae, mentre toccherà attendere ancora qualche anno per il completamento dell’opera. Sono previsti, infatti, altri tre volumi per un totale di nove che conterranno, oltre alle restanti famiglie, aggiornamenti, appendici e un DVD video sulla biologia degli uccelli. Nel corso dei sette anni trascorsi tra la pubblicazione del primo e del sesto, ogni volume di Ornitologia italiana è stato progressivamente ampliato tanto nei testi quanto nel corredo iconografico. Per quantificare sommariamente la differenza, basta confrontare lo spazio dedicato a due specie comuni quali Germano reale (vol. 1, 5 pagine) e Capinera (vol. 6, 17 pagine). Sono aumentate le foto che rappresentano gli uccelli di sessi, età e stagioni diverse, sottospecie e aberrazioni del piumaggio. Sono riportati i sonogrammi ricavati da brani delle registrazioni contenute nel CD audio; è presente un maggior numero di cartine che illustrano, oltre all’areale riproduttivo, le zone di migrazione, la distribuzione delle ricatture di individui inanellati e, in taluni casi, i territori riproduttivi mappati in aree campione. In aggiunta a quelli di Silvia Gandini, presenti fin dall’inizio, compaiono ora alcuni disegni di Andrea Ambrogio (tratti da Il comportamento degli uccelli d’Europa) che illustrano comportamenti caratteristici delle specie. Anche questo volume, come il precedente, approfondisce molto inoltre gli aspetti relativi alla determinazione delle età attraverso l’analisi del piumaggio: sono tante infatti le foto di ali e code in cui si notano particolari diagnostici del piumaggio per poter capire come determinare l’età dei soggetti durante le operazioni di inanellamento. C’è da rimpiangere che tanto spazio non sia stato previsto fin dall’inizio dell’opera, anche se si confida negli aggiornamenti previsti nell’ultimo volume o – chissà – in future integrazioni. Come i precedenti, il libro è organizzato a schede in cui gli autori sintetizzano le attuali conoscenze ornitologiche su biometria, identificazione, distribuzione, popolazione, habitat, riproduzione, movimenti, svernamento e conservazione di ogni specie dell’avifauna italiana, incluse quelle accidentali e di presenza storica. Oltre alle mappe di distribuzione, ai diagrammi e alla check-list aggiornata al 2009, l’opera è corredata da una ricchissima bibliografia e dal quarto e ultimo CD contenente le registrazioni originali delle vocalizzazioni delle specie nidificanti in Italia. Per ciò che concerne le specie quasi tutto il volume è dedicato ai silvidi. E’ possibile quindi documentarsi su tutti i luì rari e accidentali osservati negli ultimi anni nel nostro paese, e con essi anche alcuni regulidi e canapini. Per comprendere meglio le differenze ci sono anche delle tabelle finali in cui vengono riassunte le differenze biometriche e di piumaggio che consentono la determinazione delle singole specie durante le fasi dell’inanellamento. Per quello che riguarda le specie del genere Sylvia compare per la prima volta in un testo di ornitologia la trattazione della nuova specie Sylvia subalpina, la Sterpazzolina di Moltoni. Dispiace leggere, invece, del calo drammatico che fatto registrare dalla Bigia padovana, ridotta ormai a pochissime coppie e con un calo incredibilmente rapido. Viene descritto in maniera approfondita anche l’Usignolo del Giappone (che giustifica la presenza della Famiglia dei Timalidi), nidificante ormai in diverse località del nostro paese. Da evidenziare che per molti accidentali ci sono le foto che li documentano, siano essi individui catturati nelle campagne di inanellamento, siano essi stati osservati liberi e quindi fotografati. Un bellissimo segnale della crescita della nostra ornitologia. Siamo sempre di più, stiamo un po’ ovunque, siamo più bravi…. e ormai non ci sfugge più niente! Maurizio Fraissinet e Franco Roscelli
Riccardo Nardi e Giulio Ielardi, 2010 – Rocconi. La valle dei falchi. 112 Pp. Darwin edizioni. Euro 20
La prima emozione questo libro, potrà sembrare banale, la dà già dalla copertina. La foto di un Lanario con le ali aperte, su di una roccia e i colori dolci dell’alba che si riflettono anche sul piumaggio dell’animale, rendendolo più vivace, non è solo una splendida immagine ma anche un qualcosa di struggente che attira l’attenzione e che fa riflettere. Il tema dell’emozione caratterizza questo libro. I testi di Riccardo Nardi e le immagini di Giulio Ielardi sono un insieme bello e struggente nello stesso tempo, scientificamente interessante ma anche pieno di pathos, generando un’emozione che ti prende man mano che sfogli il volume, leggi i testi asciutti ed essenziali di Riccardo e vedi le foto di Giulio. Al di là della tecnica fotografica sopraffina di quest’ultimo, esse sembrano voler trasmettere infatti l’emozione di quell’attimo che l’autore dei testi e il fotografo hanno vissuto nel bosco di Rocconi. Quegli attimi belli, intensi e memorabili che solo chi ha il dono della sensibilità per le bellezze naturali può sapere cosa significhino. Il libro è di quelli che vanno assaporati con calma, vanno gustati, pagina dopo pagina, foto dopo foto. Consiglio la lettura a fianco ad un camino acceso, sul divano o sulla poltrona preferita, se si vuole a fianco ad un brandy o ad un buon bicchiere di vino, nel silenzio e la pace, regalandosi un momento di relax e di piacere assoluto. Così l’ho letto io e mi è sembrato di camminare nei sentieri dell’Oasi WWF di Rocconi a fianco di Riccardo e Giulio e a disquisire di natura, di animali, di paesaggi e poi, ogni tanto, fermarsi ad osservare il volo del Biancone o ascoltare il grido del Falco pellegrino. Per poi giungere, alla fine del libro, alla parete dove nidificano i Lanari, gli ospiti più rari, più preziosi dell’Oasi. Un’Oasi, si badi bene, che ospita ben otto specie di rapaci diurni nidificanti: lanario, pellegrino, gheppio, sparviere, poiana, falco pecchiaiolo, biancone ed astore. 371 ettari di Maremma intatta, selvaggia, aspra, ma nel contempo dolce con le sue albe rosa, i suoi profumi mediterranei, l’acqua cristallina del torrente Albegna. Sembra una valle incantata, un luogo dei sogni, ma è invece una bella realtà, frutto della tenacia e della concretezza di Riccardo Nardi e di tutto il WWF Italia che ha acquistato il Bosco Rocconi e altre particelle per tutelare definitivamente, senza se e senza ma, quel territorio così ricco di vita. Un territorio quindi che grazie al WWF appartiene a tutti coloro, e sono tanti, che hanno fatto le donazioni ai tavoli dell’”operazione Beniamino” per le strade e le piazze italiane. Un luogo in cui andare, entrando in punta di piedi, camminando in silenzio per non perdere un suono, un profumo, un’immagine, per non perdere insomma nessuna delle emozioni che può regalare e che Riccardo e Giulio sono riusciti a trasmettere attraverso parole e foto in un libro che sarebbe un errore non avere nella propria biblioteca e che, inspiegabilmente, riesce a mantenere un prezzo davvero contenuto (solo 20 euro) a fronte di una eleganza e una ricchezza editoriale notevole. Maurizio Fraissinet Per ordinarlo è possibile scrivere una email presso il sito www.giulioielardi.com
Giovacchini P., 2011 – Nuovo atlante degli uccelli nidificanti a Grosseto. Comune di Grosseto, Assessorato all’Ambiente. Tipografia Myckpress, Fornacette (PI). 224 Pp.
E siamo arrivati a 30! Si, quello di Grosseto è il 30° Atlante ornitologico urbano che viene pubblicato nel nostro paese. Un record mondiale assoluto! Basti pensare che, al momento, sono noti solo altri 31 atlanti ornitologici pubblicati nel resto del mondo, e che il paese al secondo posto in questa speciale classifica è la Germania con solo 9 atlanti ornitologici urbani pubblicati. Un successo incredibile che fa dell’Italia il paese leader al mondo nel settore degli studi sull’avifauna urbana. Uno dei motivi di tale successo è da ricercare nella stesura, anni orsono, delle linee guida per la realizzazione degli atlanti ornitologici urbani. Ciò non solo ha stimolato la produzione di tanti lavori, ma ha fatto si che questi venissero realizzati in maniera uniforme in modo da consentire comparazioni tra le diverse città e nella stessa città a distanza di anni. Questo di Grosseto è infatti il secondo atlante ornitologico urbano degli uccelli nidificanti per la città, dopo la pubblicazione del primo che avvenne esattamente dieci anni prima, sempre a cura di Pietro Giovacchini, infaticabile ornitologo maremmano. Il numero di specie nidificanti è risultato essere di 55 (38 certe, 15 probabili e 2 possibili), nella precedente ricerca risultarono 51 specie nidificanti. Ovviamente il saldo non è netto, non c’è stata cioè la comparsa di quattro nuove specie ma una serie di rimescolamenti che portano ad un nuovo assetto avifaunistico. Le nuove specie osservate in città in periodo riproduttivo sono Lodolaio, Occhione, Gabbiano reale mediterraneo, Colombaccio, Gruccione, Calandrella, Passero solitario, Sterpazzolina di Moltoni e Storno. Per alcune di queste, ad esempio il Gabbiano reale mediterraneo, ci si riferisce però a situazioni di sola nidificazione possibile. Le specie che risulterebbero scomparse sono invece Falco pellegrino, Gallinella d’acqua, Succiacapre, Torcicollo, Pendolino, Averla capirossa e Zigolo nero. Per la Gallinella d’acqua e il Pendolino la causa è da attribuire alla scomparsa dell’habitat. Per Falco pellegrino, Succiacapre, Averla capirossa e Zigolo nero si tratta invece di specie presenti nel precedente Atlante nella categoria di nidificazione possibile. Evidentemente nella successiva ricerca non è stato confermato il sospetto di nidificazione che appariva nella prima. Le specie più diffuse sono risultate, in sequenza, Passera d’Italia, Gazza, Tortora dal collare, Verzellino, Verdone, Piccione domestico e Cardellino. Le più abbondanti, perché l’Atlante è stato anche di tipo semiquantitativo, sono risultate invece Piccione domestico, Passera d’Italia, Tortora dal collare, Rondone comune e Gazza. Quattro specie sono le specie appartenenti alla categoria SPEC 2 e 17 alla categoria SPEC 3. Un lavoro che contribuisce ad arricchire il patrimonio di conoscenze avifaunistiche sui centri urbani italiani, c’è quindi da ringraziare Giovacchini per l’opera svolta (1700 dati raccolti) e da augurarsi che questo felice filone di ricerca continui. Maurizio Fraissinet Per informazioni scrivere a Pietro Giovacchini p.giovacchini@provincia.grosseto.it
Gatti F. ( a cura di), 2011 – Atlante degli uccelli nidificanti nel Comune di Voghera. PV. Opis Pubblicità. Voghera
Avete presente quei display che si vedono nella piazze per indicare quanto manca ad un evento, o quelli che appaiono sui banner dei giornali on line per segnalare di quanto numericamente sta montando l’adesione ad una iniziativa? Ebbene se esistesse per gli atlanti ornitologici italiani questo cambierebbe la numerazione ad un ritmo costante di 3 atlanti l’anno e ora, con questo ultimo nato, arriverebbe ad indicare la quota di 116, e se poi volesse specificare anche il numero di atlanti urbani finora pubblicato indicherebbe quota 32. Quello che non può indicare è la qualità dei lavori prodotti, cresciuta costantemente e ininterrottamente negli anni. E l’Atlante di Voghera è qui a dimostrarlo. A partire dalla bella foto di Barbagianni in copertina, una specie in fortissima rarefazione sull’intero territorio comunale, per poi estendersi a tutto il libro che presenta, oltre a tante belle foto, cartine leggibili, grafici ben congeniati ed esplicativi, una buona impostazione della pagina. La ricerca è durata dal 2008 al 2010, ha interessato l’intero territorio comunale, pari a 63,28 chilometri quadrati, suddiviso in 284 unità di rilevamento da 0,5 chilometri di lato (in linea con le linee guida dettate per gli atlanti urbani italiani) e ha coinvolto 28 rilevatori. A Voghera sono risultate nidificanti 73 specie, un numero particolarmente elevato in rapporto alla superficie indagata. Abbastanza alta anche la percentuale di specie Non Passeriformi, pari al 52%. Parte del “merito” va al torrente Staffora che attraversa l’intero territorio comunale e che si è rivelato un autentico scrigno di biodiversità. Le aree più povere sono risultate quelle, manco a dirlo, caratterizzate da agricoltura intensiva che potremmo definire “spinta”, nelle quali cioè si è fatta piazza pulita di alberi, siepi, fossi, ecc. Dieci specie risultano sospese, ma alcune di loro potrebbero evolvere verso l’avvio di attività riproduttive nel territorio vogherese. Ciascuna specie viene trattata molto dettagliatamente, così come vengono analizzati i vari biotopi e i diversi aspetti complessivi del popolamento avifaunistico vogherese. Da sottolineare il fatto che in questo Atlante, come in molti altri, ma non in tutti purtroppo, compare il capitolo sull’analisi dei risultati. Un capitolo importante e utile, oltre che interessante, perché mette in atto la pratica sempre da raccomandare di poter analizzare e interpretare i risultati conseguiti in quelle importanti e insostituibili ricerche diffuse di campo che sono gli atlanti ornitologici. In chiusura del libro compaiono la check-list dell’avifauna di Voghera (164 specie), una ricca bibliografia, ma anche, ed è un cosa bella ed originale, alcune mete per il Bird-Watching nell’Oltrepò pavese. La lettura è gradevole e quando la termini e chiudi il libro ti rimane una gran voglia di partire per vedere Voghera e l’Oltrepò pavese Maurizio Fraissinet
Pierandrea Brichetti e Giancarlo Fracasso, 2011. Ornitologia italiana. 7. Paridae – Corvidae. Identificazione, distribuzione, consistenza e movimenti degli uccelli italiani. Oasi Alberto Perdisa ed., Bologna. Euro 48
Il volume n.7 di Ornitologia italiana è dedicato alle specie delle famiglie di Paridae, Remizidae, Aegithalidae, Sittidae, Tichodromidae, Certhidae, Oriolidae, Laniidae e Corvidae. In tutto 32 specie per un totale di 493 pagine (incluso pagine introduttive, indici, appendici), con una media quindi di 15,4 pagine a specie. Per avere un’idea dell’approfondimento a cui si è arrivati per ciascuna specie in questo volume si pensi che nel primo volume della serie (dai Gaviidae ai Falconidae) vengono trattate 134 specie ed è composto da 453 pagine, con una media quindi di 3,3 pagine per specie. In questo numero si nota una attenzione maggiore alle nuove (tante) sottospecie riconosciute nella letteratura internazionale e alle caratteristiche morfologiche e biometriche di ciascuna di queste. Molto utili anche le tabelle che riepilogano le caratteristiche distintive tra specie simili e/o sottospecie. Molto utile anche la foto di pagina 160 in cui viene ritratto un esemplare adulto di rampichino alpestre e vengono segnalate le varie parti del corpo da osservare per riconoscerlo dal Rampichino comune. A tale proposito affiora qualche dubbio osservando le cartine di distribuzione di alcune sottospecie nel nostro paese. E’ il caso ad esempio delle sottospecie aphrodite della Cinciallegra e sharpi per la Cornacchia grigia, entrambe relegate all’Italia meridionale e i cui limiti distributivi, come scritto anche dagli Autori, sono davvero difficili da stabilire. Non solo è anche difficile comprendere la storia biogeografia che ha portato alla formazione di tali sottospecie e alla loro conservazione genetica considerando la continuità distributiva lungo la penisola e l’assenza di efficaci barriere biogeografiche che le separino dalle altre sottospecie presenti lungo la penisola. Molto ampia anche la trattazione sulla distribuzione e la consistenza popolazionistica sul territorio nazionale. Con il passare degli anni, e quindi di volume in volume, è andata aumentando il dettaglio in conseguenza dell’aumento delle ricerche nei vari territori (atlanti, check-list, monitoraggi, ricerche mirate, ecc.). Il risultato è una trattazione molto più ampia e precisa. Ne soffre un po’ purtroppo la bibliografia, anch’essa uno dei tratti distintivi dell’intera opera, ma che in questo volume si presenta un po’ confusa e imprecisa a livello delle trattazioni delle singole specie, tornando ad essere più ordinata e completa nella parte finale del libro. Va detto però che gli Autori questa volta si sono trovati dinanzi a una mole davvero notevole di pubblicazioni da citare. Sicuramente riusciranno e riportarle al giusto ordine e alla giusta precisione nel prossimo volume. Le foto e i disegni continuano a migliorarsi di volume in volume. Anche in questo appaiono alcuni disegni tratti dal volume sul comportamento degli animali di Gariboldi e Ambrogi del 2006. Questa volta c’è anche una bella quanto gradita novità editoriale. Un DVD contente bei filmati di Pierandrea Brichetti e Maurizio Ravasini che trattano di vari aspetti della biologia degli uccelli: dalla riproduzione ai canti, dalle cure parentali alla territorialità. Ancora una volta un’opera che soddisfa appieno le aspettative e che rappresenta uno strumento utile e indispensabile per chi voglia interessarsi, per lavoro o per diletto, all’avifauna del nostro paese. Maurizio Fraissinet
Londi G., Suzzi Valli A., Casali S., Campedelli T., Cutini S., Santolini R., Pruscini F e Tellini Florenzano G., 2011 – Atlante degli uccelli nidificanti nella Repubblica di San Marino (2007 – 2011). Centro Naturalistico Sammarinese, Borgo Maggiore,
A ciascun iscritto al XVI Convegno Italiano di Ornitologia di Cervia è stata consegnata una copia dell’Atlante degli Uccelli nidificanti nella Repubblica di San Marino (2007 – 2011). Un bel libro che introduce il lettore alle tante meraviglie paesaggistiche, ambientali ed ornitologiche di questo piccolo stato collocato poco distante da Rimini. I risultati sono il frutto di due importanti ricerche: quella sui rapaci diurni e notturni, svolta nel 2007 e 2008 dal Centro Naturalistico Sammarinese, e quella svolta dall’Università di Urbino sullo stato dell’ambiente nel territorio della Repubblica, utilizzando gli uccelli come indicatori ambientali. A questi dati si sono aggiunti poi una serie di informazioni integrative che si potrebbero definire di completamento. Sono risultate nidificanti 82 specie (75 certe) in un territorio esteso per circa 61 chilometri quadrati e suddiviso in 82 quadranti di 1 chilometro di lato. Per ciascuna specie vengono riportate sia le mappe distributive che le mappe di idoneità ambientale. 82 specie sono un risultato davvero importante per un territorio di ridotta estensione e particolarmente urbanizzato. Al numero elevato di specie si aggiunge anche la qualità delle stesse con una coppia di Falco pecchiaiolo, una coppia di Albanella minore, sei coppie di Sparviere, 12 coppie di Poiana, due coppie di Falco pellegrino, 14 coppie di Gheppio e tre di Lodolaio. Interessante anche la nidificazione di ben 14 coppie di Passero solitario. Tanta biodiversità e le elevate densità di alcune specie si spiegano con la presenza nel territorio della Repubblica di San Marino di numerosi rilievi ricoperti di foreste, calanchi e valloni boscatii. L’avanzata dell’urbanizzazione rappresenta però una seria minaccia alla sopravvivenza di tanta ricchezza naturalistica. Maurizio Fraissinet
Francesco Velatta, Giuseppina Lombardi, Umberto Sergiacomi e Paolo Viali, 2010 – Monitoraggio dell’avifauna umbra (2000 – 2005). Trend e distribuzione ambientale delle specie comuni. I Quaderni dell’Osservatorio Faunistico Regionale, Numero speciale.
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A partire dal 2000 l’Osservatorio Faunistico Regionale dell’Umbria, insieme alle Province di Perugia e Terni, organizza e coordina campagne di rilevamento ornitologico finalizzate allo studio delle popolazioni di Uccelli nidificanti e svernanti in Umbria, con particolare riferimento alle specie comuni. Gli obiettivi del programma regionale sono quelli di ottenere indici di tendenza demografica, descrivere le comunità ornitiche dei diversi tipi di ambienti, descrivere l’habitat caratteristico delle varie specie. Obiettivi ambiziosi che richiedono un impegno e una professionalità non da poco per raggiungerli. Ebbene questo grande volume di circa 390 pagine rappresenta la dimostrazione che gli ornitologi umbri sono riusciti nell’intento. Il libro infatti presenta i risultati delle indagini di monitoraggio condotte dalla stagione riproduttiva di maggio – giugno 2000 a quella di maggio – giugno 2005 e dalla stagione invernale di dicembre 2000 – gennaio 2001 a quella di dicembre 2005 – gennaio 2006. Le indagini si sono basate sulla copertura fornita da 1690 stazioni di rilevamento distribuite sull’intero territorio regionale e ripetute in ogni inverno ed in ogni stagione riproduttiva. Dopo una parte iniziale in cui vengono illustrati in maniera chiara i metodi utilizzati, le diverse realtà ecosistemiche presenti sul territorio umbro, presentate peraltro anche con un ottimo corredo fotografico, e l’analisi dei risultati generali, si passa ad analizzare i risultati relativi alle 72 specie più comuni, riportando per ciascuna di esse una scheda monografica contenente la distribuzione regionale delle stazioni in cui la specie è stata rinvenuta in almeno una sessione di rilevamento, la frequenza di rinvenimento nel campione di rilievi puntiformi e l’indice di ampiezza d’habitat di Pielou relativo alla distribuzione ambientale, l’indice puntiforme di abbondanza nelle 12 categorie ambientali prese in considerazione, i risultati del test di Kruskal – Wallis per il confronto simultaneo delle abbondanze fra categorie ambientali, l’indice di preferenza di Jacobs relativo alle diverse categorie ambientali, il baricentro relativo ad ognuna delle diverse tipologie di uso del suolo, i risultati dell’analisi di regressione multipla stepwise, l’indice puntiforme di abbondanza per fascia altitudinale, i risultati dell’indice di Kruskal – Wallis per il confronto simultaneo delle abbondanze fra fasce altitudinali, la quota minima e massima di rinvenimento e baricentro altitudinale, i risultati dell’analisi del trend effettuato mediante TRIM e l’andamento osservato dell’indice di popolazione e corrispondente tendenza calcolata da TRIM. Il tutto realizzato con una chiarezza e pulizia grafica eccellenti. Che dire. C’è da restare senza parole dinanzi ad un’opera di così vasta portata che ci inorgoglisce come ornitologi italiani, ma che, nel contempo non può suscitare un po’ di invidia nei confronti dei colleghi umbri. Invidia che si trasforma subito in complimenti vivissimi. Il volume può essere richiesto all’Osservatorio Faunistico dell’Umbria presso la Direzione regionale agricoltura e foreste, aree protette, valorizzazione dei sistemi naturalistici e paesaggistici, beni e attività culturali, sport e spettacolo, servizio caccia e pesca. Un’opera utilissima per chi effettua studi di monitoraggio delle specie comuni e per chi voglia approfondire le tecniche di monitoraggio e di analisi dei dati. Maurizio Fraissinet