al via la stagione dei rilevamenti invernali (2017/2018) per il terzo progetto atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nella città di Napoli
![](https://www.asoim.org/wp-content/uploads/2017/11/mappa_atlante_urbano.jpg)
L’1 dicembre 2017 iniziano i rilevamenti sul campo della stagione dello svernamento per il terzo progetto Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nella città di Napoli. Termineranno il 28 febbraio 2018. E’ il penultimo e si rende necessario quindi uno sforzo per ridurre ulteriormente il numero di quadranti ancora non coperti o coperti solo parzialmente. In tutto sono 54 quadranti. Si riporta l’elenco con le zone a cui si fa riferimento. Si allega il download della figura con la mappa della città e il reticolo di quadranti sovrapposto per capire di cosa stiamo parlando e come raggiungerli. Download Mappa Atlante Urbano formato PDF – Download Mappa Atlante Urbano formato compresso ZIP – Tutta la fascia nord della città con Scampia, Secondigliano e Piscinola: H3, H4, I2, I3, I4, L1, L2, L3, M2, M3, M4, N3, N4 – Ex Ospedale psichiatrico Bianchi N5 – Posillipo G10, G11,G12, F11, F12, E10, E11, E13 – Ex Italsider D12, D13, E12 – Soccavo F8, F9, G8 – Tutta la fascia a nord-est A6, A7, A8, B6, B7, B8, C6, C7, D6, D7, D8, D9, E5, E6, E7, F5, F6 – Zona portuale N9, N10, 09, 010, P10 – Quadranti sparsi N6, N7,N8, P5 I dati vanno inviati al curatore del progetto – prof. Maurizio Fraissinet – o su info@asoim.org Download Mappa Atlante Urbano formato PDF – Download Mappa Atlante Urbano formato compresso ZIP
Documento tecnico scientifico dell’ASOIM per la richiesta della sospensione della caccia in Campania a Moriglione, Quaglia e Beccaccia
![](https://www.asoim.org/wp-content/uploads/2017/10/beccaccia.jpg)
L’ASOIM ha prodotto un documento tecnico scientifico, che ha inviato alla Regione Campania, in cui a seguito della sua pluridecennale attività di monitoraggio sul campo, dimostra con dati scientifici e test statistici l’esistenza di un preoccupante calo nelle popolazioni e nella distribuzione di Moriglione (Aythya ferina), Quaglia (Coturnix coturnix) e Beccaccia (Scolopax rusticola), con quest’ultima particolarmente penalizzate anche dai devastanti incendi boschivi dell’estate 2017. Sulla scorta dei dati del documento l’ASOIM chiede alla Regione Campania la sospensione della caccia alle tre specie a partire da quest’anni e per i prossimi tre anni, al fine di consentire una ripresa numerica dei contingenti. Auspica che a questa sua richiesta si associno anche le associazioni ambientaliste e venatorie, entrambe accomunate, anche da punti di vista diversi, dall’esigenza di vedere aumentate le popolazioni di uccelli selvatici. Il documento in pdf è il seguente documento tecnico su specie cacciabili in calo numerico in Campania
Lettera ad un bambino campano
![](https://www.asoim.org/wp-content/uploads/2016/07/Cicogna_nera_Monteverde_Labriola_6870_1000.jpg)
Caro bambino della Campania, sono rientrato poche ore fa dalla mia consueta spedizione di studio per controllare la nidificazione della coppia di Cicogna nera che si riproduce nella nostra regione. Quando sono lì mi emoziono ogni volta ad osservare il nido e a vedere i pulcini ricoperti da un piumino di colore bianco, con uno dei due genitori che rimane dritto e immobile, elegantissimo con il suo piumaggio nero e bianco e le zampe e il becco rosso corallo. Provo sensazioni che non si possono descrivere. Non si può descrivere il silenzio interrotto dai canti degli altri uccelli, il silenzio del volo della Cicogna nera, il suo restare attenta e immobile sul nido, la sua ricerca assoluta della riservatezza, il suo tenersi lontano dagli uomini e nidificare in luoghi nascosti e poco accessibili, il suo restare per ore in silenzio ad osservare il mondo. Tutte sensazioni che mi piacerebbe potessero provare anche altri insieme a me, ma anche dopo di me. Tu per esempio. So, però, che purtroppo non sarà così. Devi sapere, bambino della Campania, che la Cicogna nera si era estinta nel nostro paese alcuni secoli fa per le persecuzioni dell’uomo e che, poi, silenziosa e imprevedibile, è tornata nel 1994 con una coppia in Piemonte. Da allora le coppie, lentamente, sono aumentate fino ad essere una ventina, ed una di queste nidifica anche nella nostra regione. Ed è proprio questa coppia, la nostra, a rischiare di scomparire nei prossimi anni perché, tutto intorno, hanno costruito, e stanno continuando a farlo, gigantesche torri con lunghe pale che girano per la forza del vento e che, mi dispiace dovertelo dire, uccidono i grandi uccelli che ci volano vicino, e non solo, anche tantissime altre forme di vita come, ad esempio, i pipistrelli. Pensa che la prima volta che ci sono andato, con l’auto, percorrendo la strada che porta al nido, ho contato una cinquantina di Poiane. Questa volta ne ho vista solo una. Si, lo so, è davvero una cosa brutta e mi dispiace avertelo dovuto dire, ma è giusto che tu lo sappia. E’ giusto che tu sappia perché, da grande, non potrai provare le emozioni e le sensazioni che ho provato io. Immagino la rabbia che proverai quando, da adulto, andrai tra le colline della Valle del Fiume Ofanto e vedrai una selva di torri con pale ovunque e ti accorgerai che non c’è più spazio per te e per i tuoi figli; non c’è più paesaggio per te e per i tuoi figli; non c’è più silenzio per te e per i tuoi figli; non c’è più biodiversità da ammirare per te e per i tuoi figli. Ed è giusto che tu sappia perché ti hanno privato di questo, chi è stato a sporcarti il futuro, a impedirti di provare le emozioni che solo la natura sa dare. Sono gli uomini adulti di oggi a distruggere la bellezza della natura per poter guadagnare soldi, senza preoccuparsi del domani, di te e del tuo futuro. Chi sono questi uomini adulti? Uomini che hanno fatto il loro dovere. Si, hai sentito bene, hanno fatto il lodo dovere. Il dirigente della Regione che ha autorizzato tutti questi impianti ha fatto il suo dovere perché ha eseguito quello che dice la legge ed è a posto con la sua coscienza, anche se dinanzi alle segnalazioni di persone che amano quel territorio e la sua biodiversità avrebbe fatto bene a recarsi di persona e vedere che disastro stava combinando con le sue autorizzazioni. Hanno fatto il loro dovere gli uomini e le donne della Soprintendenza, un ufficio che dovrebbe conservare il paesaggio perché anche tu un giorno lo possa godere, che hanno dato il loro nulla osta perché nessuna legge glielo impedisce. Anche loro non sono mai andati a vedere quel paesaggio cos’era e cosa è diventato. Hanno fatto il loro dovere i giudici del TAR, un tribunale che si interessa di aspetti amministrativi e che quando sarai grande capirai meglio, che hanno sempre respinto i ricorsi di chi voleva difendere la valle e i suoi abitanti umani e non. Hanno applicato la legge, hanno fatto il loro dovere, anche se non si sono posti il problema della difesa della biodiversità che altre leggi contemplano e non sono andati a vedere di cosa, realmente, si stavano occupando. Hanno fatto il loro dovere i giudici del Consiglio di Stato, un altro tribunale che capirai meglio quando sarai grande, che hanno sentenziato che secondo le leggi le torri con le pale si possono mettere e che quindi, indirettamente, la Cicogna nera si poteva uccidere, anche se non hanno preso in considerazione altre leggi, quelle europee, più importanti, che dicono esattamente il contrario. Si, ti potrà sembrare strano ma se tu chiedessi loro perché lo hanno fatto, perché hanno distrutto il tuo futuro, perché si sono arrogati il diritto di privarti dell’emozione di poter vedere e far vedere ai tuoi figli quanto fosse bello il mondo e i suoi abitanti, compresa l’elegante e silenziosa Cicogna nera, ti risponderebbero che loro non c’entrano, anzi loro avrebbero voluto….., ma le leggi……, il loro dovere …….e tante altre cose. Forse sarà anche vero, chissà, forse lo dicono per nascondere la realtà alla loro coscienza. C’è un dovere però che non hanno rispettato, ed è il più importante. Non hanno fatto il loro dovere nei tuoi confronti, non ti hanno minimamente preso in considerazione, non si sono affatto preoccupati di te. E invece tu e tutti i bambini della tua età dovevate essere sempre nelle loro menti e nei loro cuori, e avrebbero dovuto agire pensando a voi bambini di oggi e uomini di domani, ponendosi il problema del mondo che vi avrebbero lasciato con le loro azioni e le loro scelte. Non lo hanno fatto. E’ giusto allora che tu lo sappia, e che da grande non ti comporti come loro e chissà, riuscirai a buttar giù quei mostri. Chissà se tornerà la Cicogna nera e se tu potrai farla vedere ai tuoi figli. Maurizio Fraissinet
8° Night and Day
![](https://www.asoim.org/wp-content/uploads/2016/06/calore-lucano.jpg)
lo scorso week end del 18 e 19 giugno abbiamo effettuato il nostro 8° Night and Day, questa volta dedicato al massiccio degli Alburni. Vi hanno partecipato Laura Alessio, Camillo Campolongo, Sara Di Bello, Geppino Di Martino, Elio Esse, Maurizio Fraissinet, Patrizia Loffredo, Danila Mastronardi, Alessandro Motta, Ivan Pagano, Stefano Piciocchi, Carmen Russo, Filippo Tatino e il giovane, ma già molto appassionato e attento, Mattia. La parte logistica l’ha curata la nostra socia Sara Di Bello che vive ad Aquara, un paesino degli Alburni. Ed è stata perfetta. Abbiamo dormito al rifugio Panormo, posto a 1300 metri di quota sull’omonimo pianoro, abbiamo mangiato una cena deliziosa con tre primi piatti uno più buono dell’altro, dei formaggi e degli insaccati divini, per non parlare, poi, dei peperoncini verdi arrostiti…. I gestori del rifugio, a sorpresa (ma forse c’è lo zampino di Sara!), ci hanno regalato anche i panini per il pranzo del giorno dopo (con un capocollo da “capogiro”). Sotto il profilo ornitologico vi riporto di seguito la check-list delle specie osservate e alcune considerazioni personali, elaborate però anche con gli altri partecipanti. In primo luogo l’aspetto ambientale. Abbiamo esplorato contesti ambientali molto selvaggi, dove spesso, a perdita d’occhio, non si intravedevano tracce della presenza umana, anche se alcune faggete sono piuttosto giovani e coetanee e alcune vasche di abbeverata sono state trattate chimicamente per pulirle, con la conseguente scomparsa delle forme di vita. Ciononostante abbiamo osservato dei tritoni italici in un’abbeverata non “trattata”. Abbiamo visitato cerrete, faggete, boschi misti di faggio, cerro, carpino nero e acero montano, ampi ginestreti, pianori carsici, pascoli, ma anche rocce e cime di montagne (il Panormo), sponde fluviali (il Calore lucano) e torrentizie (l’Auso), oltre che i centri abitati dei paesini di Ottati, Sant’Angelo a Fasanella, Corleto Monforte e Castelcivita. A Corleto Monforte, in particolare, Sara ci ha fatto conoscere il Museo naturalistico. Un’emozione e un’esperienza indimenticabile per tutti noi. Un Museo faunistico che per cura dei soggetti, abilità espositiva e ricchezza delle collezioni non ha eguali in Campania, e che vi suggeriamo di visitare perché merita davvero. Di seguito la check-list e un breve commento 1. Falco pecchiaiolo 2. Nibbio bruno 3. Nibbio reale 4. Sparviere 5. Poiana 6. Falco pellegrino 7. Quaglia 8. Gabbiano reale 9. Allocco 10. Gufo comune 11. Cuculo 12. Colombaccio 13. Piccione domestico 14. Tortora dal collare 15. Tortora selvatica 16. Rondone comune 17. Rondone maggiore 18. Upupa 19. Picchio verde 20. Picchio rosso maggiore 21. Picchio rosso mezzano 22. Picchio rosso minore 23. Prispolone 24. Tottavilla 25. Ballerina gialla 26. Ballerina bianca 27. Rondine 28. Balestruccio 29. Scricciolo 30. Pettirosso 31. Usignolo 32. Codirosso spazzacamino 33. Codirosso comune 34. Saltimpalo 35. Culbianco 36. Passero solitario 37. Tordo bottaccio 38. Merlo 39. Usignolo di fiume 40. Beccamoschino 41. Fiorrancino 42. Capinera 43. Sterpazzola 44. Occhiocotto 45. Luì piccolo 46. Luì verde 47. Balia dal collare 48. Cincia bigia 49. Cincia mora 50. Cinciarella 51. Cinciallegra 52. Picchio muratore 53. Rampichino comune 54. Rampichino alpestre 55. Rigogolo 56. Averla piccola 57. Ghiandaia 58. Gazza 59. Taccola 60. Cornacchia grigia 61. Corvo imperiale 62. Passera d’Italia 63. Passera mattugia 64. Fringuello 65. Verzellino 66. Verdone 67. Cardellino 68. Fanello 69. Ciuffolotto 70. Zigolo mero 71. Zigolo muciatto 72. Strillozzo Per il Nibbio reale si conferma la presenza di due / tre coppie stimate all’inizio del 2000 da Stefano Piciocchi e Danila Mastronardi e non più verificate successivamente. Per il Nibbio bruno invece non c’erano segnalazioni di nidificazione, sebbene si possa ipotizzare che i vari individui osservati possano provenire dalla sottostante valle del Calore lucano e frequentare quindi gli Alburni solo per motivi trofici. Non si conosceva la presenza del Falco pecchiaiolo sugli Alburni in periodo riproduttivo. Molto interessante la colonia di Rondone maggiore sulla parete del Panormo. E’ una colonia nuova per la Regione e si aggiunge alle poche altre ubicate in siti naturali in Campania. Notevole anche l’osservazione del Picchio rosso mezzano, poco conosciuto e comunque poco diffuso in Campania. L’osservazione del Rampichino alpestre contribuisce a definire in maniera sempre più dettagliata l’areale regionale della specie. Lo stesso dicasi per lo Zigolo muciatto. Importantissima, infine, l’osservazione del Ciuffolotto, sia perché era da un pò che non giungevano osservazioni per questa specie, sia perché finora gli Alburni non rientravano nel suo già ristretto areale riproduttivo regionale.
Nuovo Atlante degli Uccelli Nidificanti e Svernanti nella città di Napoli
![](https://www.asoim.org/wp-content/uploads/2016/02/Cartina_Nuovo_Atlante_Nidificanti_Svernanti_Napoli_ASOIM_2016.jpg)
Si è conclusa la prima stagione di rilevamenti invernali per il nuovo atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nella città di Napoli. Riportiamo alcuni risultati. In primo luogo, e questo è il risultato più interessante, c’è stata una partecipazione molto ampia con la conseguente raccolta di un numero elevato di dati. Hanno partecipato 18 rilevatori che complessivamente hanno raccolto 1400 dati, con una media di 78 dati a rilevatore. Per essere la prima stagione di rilevamento il risultato è davvero molto incoraggiante. Di questi 1400 dati, 950 sono stati utili, dove per utili vuol dire che sono stati poi codificati sulla mappa. I restanti non sono inutili, al contrario, sono utilissimi perché, come è nostra abitudine quando realizziamo progetti atlante, ritorniamo più volte nei quadranti che abbiamo visitato sia per completare l’elenco delle specie, sia perché per lo svernamento, in alcuni casi, occorre verificare se la specie osservata si è fermata o meno nel periodo invernale, e per fare ciò occorre ritornare. Non solo, il ritornare ci ha permesso di verificare la consistenza numerica per alcune specie. Abbiamo visitato 79 quadranti sui 148 che compongono il reticolo su cui lavoriamo. Per diversi di questi la conoscenza è davvero buona includendo anche gli strigiformi, bestia nera degli atlanti urbani. Sono state censite 64 specie. Per alcune, quelle che contiamo, abbiamo anche dati in qualche modo sorprendenti. Lo è, ad esempio, il dato della Poiana. Stimiamo che quest’anno a Napoli abbiano svernato 10 – 12 esemplari. La forbice sta nel fatto che non ci è chiaro se gli esemplari dei Camaldoli non siano gli stessi che si vedono a Posillipo. Il numero è comunque da considerarsi una stima al ribasso perché non abbiamo tenuto conto di alcune segnalazioni, perché non verificate personalmente dai rilevatori, che porterebbero il valore a numeri più alti. Interessante anche il dato del Martin pescatore, per il quale potremmo dire di aver coperto bene il territorio: 6 esemplari hanno svernato nella zona costiera della città. Anche per le Gallinelle d’acqua abbiamo una buona copertura del territorio, ma i dati potrebbero essere ancora sottostimati; al momento stimiamo una quarantina di esemplari svernanti collocati in più punti della città. Interessante inoltre l’abbondanza, quest’anno di Ballerine gialle e Codirosso spazzacamino. Molto meno frequenti invece i fringillidi e la Passera mattugia. Lo Sparviere si conferma residente in città. Colombaccio e Ghiandaia mostrano una distribuzione molto più ampia rispetto alle precedenti edizioni dell’Atlante urbano. Bella, infine, la partecipazione dei cittadini e delle istituzioni che ci hanno permesso di visitare strutture e zone private altrimenti inaccessibili. Ora dobbiamo pensare alla stagione dei rilevamenti per il periodo riproduttivo. Inizia il 15 marzo e termina il 15 luglio. Come indicazioni territoriali chiederei di ritornare in alcune località visitate per lo svernamento: le terme di Agnano, il depuratore di Napoli est, la selva di Chiaiano, il lungomare e la villa comunale, oltre alle tante località che avete visitato, incluso quelle vicino casa, e che vi ricorderete. A queste dobbiamo aggiungere il Cimitero di Poggioreale, il Parco della Mostra d’Oltremare, lo Zoo, la Villa Floridiana, l’aeroporto di Capodichino, Nisida e tutto quello che riuscirete a visitare. Funziona bene l’invio dei dati in email all’ASOIM o la consegna su materiale cartaceo. Chiediamo di inviarli man mano che sono raccolti perché è possibile controllarli subito e regolarsi per eventuali approfondimenti.
Checklist Uccelli della Campania – 31 gennaio 2016
![](https://www.asoim.org/wp-content/uploads/2016/02/Checklist_Campania_agg_31_gennaio_2016_ASOIM-pdf-1-724x1024.jpg)
La checklist degli uccelli della Campania aggiornata al 31 gennaio 2016 rappresenta l’aggiornamento, riferito alla stagione dello svernamento 2015/2016, di quella pubblicata nel volume “L’Avifauna della Campania”, 12° monografia dell’ASOIM. Sono riportate 359 specie, ripartite in 20 ordini e 77 famiglie. 152 sono le specie che risultano nidificanti sul territorio regionale, 53 vi sostano per periodi più o meno lunghi in inverno insieme alle specie residenti, 132 sono da considerare specie migratrici regolari e irregolari, 66 le accidentali La checklist è il risultato del lavoro, durato 3 anni, degli ornitologi che hanno collaborato alla realizzazione della monografia sotto il coordinamento di Maurizio Fraissinet. Essi sono, oltre a Fraissinet, Marcello Bruschini, Silvia Capasso, Filomena Carpino, Gabriele de Filippo, Elio Esse, Silvana Grimaldi, Claudio Labriola, Danila Mastronardi, Filippo Tatino, Alessio Usai. Suggerimenti, nuovi avvistamenti e quant’altro possa essere utile ad aggiornare la check-list è particolarmente gradito.
Risultati censimenti uccelli acquatici svernanti in Campania 2016
![](https://www.asoim.org/wp-content/uploads/2016/01/Lago_Fusaro_tramonto_0021.jpg)
Cari amici, anche quest’anno abbiamo portato a termine il censimento degli uccelli acquatici svernanti nelle zone umide della Campania. Abbiamo coinvolto 34 rilevatori e visitato 47 località, effettuando 57 visite sul campo. Il numero di viste è maggiore perché, per alcune località, come facciamo abitualmente, ritorniamo per effettuare verifiche su specie rare o su censimenti che non ci sono sembrati completi perché, ad esempio, disturbati da presenze umane fastidiose o eventi atmosferici sgradevoli che avrebbero potuto impedire l’osservazione di alcune specie. Uno sforzo organizzativo notevole che però si dimostra sempre all’altezza, considerando che nel corso del periodo fissato per i censimenti abbiamo organizzato anche la terza contemporanea che quest’anno, peraltro, si è allargata a due zone umide della Provincia di Benevento. Uno sforzo che condividono con noi il nodo campano di EBN Italia, l’ENEL e l’Associazione Pianeta Terra. Sono state osservate 53 specie per complessivi 26.929 esemplari. Nel 2015 furono 22.756. La tabella con i risultati è disponibile cliccando qui. In essa Vi troverete anche le medie del periodo 2006 – 2016 per poter valutare l’entità del valore registrato quest’anno rispetto alla media del periodo di riferimento. Come hanno notato tutti coloro che quest’anno hanno partecipato ai censimenti , si è assistito ad un inverno particolarmente siccitoso e caldo con la conseguenza che la gran parte delle zone umide regionali sono risultate in secca. I livelli di acqua quasi ovunque erano molto bassi con ampie zone, abitualmente allagate, emerse. Ha fatto eccezione la sola Oasi WWF di Serre – Persano dove, proprio per l’inverno siccitoso, quest’anno non è stata svuotata la diga. Una tale situazione ha favorito l’Alzavola che ha fatto registrare un numero di individui (3825) di molto superiore alla media, e che in Provincia di Caserta ha addirittura fatto segnare il record di presenze (3064 esemplari) dal 2003 ad oggi. Di contro, il Moriglione ha fatto registrare, invece, il valore più basso per la Campania dal 2006 (162 esemplari) e per la Provincia di Caserta dal 2003 (142 esemplari). Il fenomeno pur rientrando nella decremento che la specie da anni sta facendo registrare su scala globale, può avere come concause anche la scarsità di acqua e di precipitazioni che hanno preceduto il gennaio 2016. Con il nostro ecologo – statistico – Stefano Giustino -, infatti, stiamo seguendo da alcuni anni una possibile correlazione tra il numero di esemplari di Moriglione e Alzavola e la quantità di precipitazioni registrare nei mesi precedenti gennaio. Nel corso dei rilevamenti abbiamo provveduto a contare i maschi e le femmine e riportare i dati su di una scheda scaricabile dal web per contribuire ad una ricerca internazionale in atto sulla specie; ricerca motivata anche dal calo che la stessa sta facendo registrare su scala globale. Per quanto concerne le altre specie si notano forti incrementi per lo Svasso piccolo, il Falco di palude, Il Gabbiano comune e il Martin pescatore che fanno registrare il record di presenze in Campania dal 2006. Hanno fatto registrare invece valori decisamente più bassi della media la Moretta tabaccata (altra anatra tuffatrice che potrebbe aver risentito del calo dei livelli dell’acqua nei bacini), lo Svasso maggiore e il Piovanello pancianera. Si mantiene stabile invece la nostra terza anatra tuffatrice, la Moretta comune, che ormai da anni è presente sempre nelle stesse zone e con, più o meno, lo stesso contingente numerico; tanto da farci ritenere che si tratti di una piccola popolazione ben definita che giunge ogni anno tra la fine di dicembre e gli inizi di gennaio, si trattiene per tutto il mese da noi ( la si osserva negli stessi numeri anche a distanza di settimane) e poi riparte per andare … … chissà dove. Anche quest’anno non sono mancate osservazioni di specie rare e insolite per le nostre latitudini: la Moretta grigia delle Mortine (nona segnalazione per la Campania, Fraissinet, 2015), vista anche lo scorso anno al Lago Patria, la Strolaga mezzana del Lago Patria (dodicesima segnalazione per la Campania, Fraissinet, 2015) e vista ogni anno ormai dal 2013 (Fraissinet, 2015), e i 4 Edredoni visti alla Foce dei regi Lagni (dodicesima segnalazione per la Campania, Fraissinet, 2015). Interessanti inoltre l e osservazioni di 2 Tarabusi, 2 Spatole e un Gufo di palude, che confermano lo svernamento delle specie in Campania, sebbene con numeri esigui. Da segnalare, infine, il numero elevato di Gru osservato nel mese di gennaio, un fenomeno insolito per la nostra Regione, che molto probabilmente è da mettere in relazione al prolungato periodo di temperature miti verificatosi nell’Europa dell’est nei mesi di novembre e dicembre. Tutti i dati sono stati già archiviati in tempo reale e resi anche sotto forma grafica per le specie con presenza svernante regolare in Campania. Sono state già calcolate le medie e i numeri posti all’attenzione di Stefano Giustino, che li rielabora con il metodo TRIM per l’analisi degli andamenti. Ciò che più conta, forse, è che abbiamo vissuto un altro svernamento divertendoci, mostrando a tutti noi di saperci coordinare, di saper condividere una grande passione, di essere consapevoli di partecipare ad una vasta operazione scientifica che nel tempo sta fornendo informazioni utili alla gestione e alla conservazione della fauna selvatica. Di quest’anno ci resteranno nella memoria i colori degli uccelli, le emozioni delle osservazioni insolite, il piacere delle compagnie di viaggio e di binocolo e cannocchiale, le risate, i camini accesi dei ristoranti, le telefonate e gli sms per scambiarci le novità, i paesaggi e i tramonti nelle paludi. Anche per questo mi commiato con un’immagine del lago Fusaro al tramonto, un momento di silenzio, di luce dorata, di garzette che volavano sulla superficie dell’acqua, uno dei tanti momenti di bellezza che vive chi ha la passione per il bird-watching e l’ornitologia, e con un grande ringraziamento a tutti coloro che hanno partecipato. PARTECIPANTI AI CENSIMENTI DEGLI UCCELLI ACQUATICI SVERNANTI IN CAMPANIA NEL GENNAIO DEL 2016: Giuseppe Albano, Laura Alessio, Marcello Bruschini, Leandro Buongiovanni , Annamaria Cafieri, Camillo Campolongo, Mario Caniglia, Raffaele Castello, Giusi Cilente, Sara Di Bello, Anna Digilio, Geppino Di Martino, Bruno Dovere,
Contemporanea del 10 gennaio 2016
![](https://www.asoim.org/wp-content/uploads/2016/01/Contemporanea_ASOIM_terza_edizione_5568_1000.jpg)
Cari amici, qui potete scaricare il file in pdf con il riepilogo dei dati raccolti nel corso della contemporanea del monitoraggio degli uccelli acquatici che abbiamo con soddisfazione portato a termine domenica 10 gennaio 2016. 27 rilevatori divisi in 7 squadre hanno visitato 16 località: 2 in provincia di Benevento, 1 in provincia di Napoli e le restanti in provincia di Caserta. Abbiamo contato 16.839 uccelli di 45 specie. Nel file trovate i totali per ciascuna specie e il confronto con le precedenti edizioni, limitato alle sole specie osservate quest’anno. Tutti Voi quindi potrete farVi un’idea di come è andata. Mi limito ad evidenziarVi le osservazioni dei 4 Edredoni, della Moretta grigia (foto), del Tarabuso, della Strolaga mezzana (foto1 e foto2), delle tante Gru (è la prima volta che ne vediamo così tante a gennaio, (foto)), dell’Avocetta, del Combattente, del Piro piro boschereccio. Piuttosto alto il numero di Gabbiani comuni, così elevato probabilmente per il vento forte che li ha spinti a radunarsi in alcune aree costiere. Il dato relativo al Cormorano è leggermente sovrastimato perché comprende sia i conteggi dei dormitori che di esemplari osservati nel corso della giornata, ma la sovrastima è dell’ordine della decina o poco più di individui. I numeri ovviamente non dicono delle emozioni, del piacere della compagnia, delle bellezze naturali, dell’impegno che tutti noi abbiamo vissuto in quella giornata. Queste sensazioni però sono state la nostra gratificazione e giustificano ampiamente qualche sacrifico. Da parte mia un grazie a tutti e alla prossima Maurizio Fraissinet Presidente ASOIM
Atlante degli uccelli nidificanti nel Parco regionale dell’Appia Antica Danile Taffon, Fabrizio Giucca e Corrado Battisti, 2008 – Atlante degli uccelli nidificanti nel Parco regionale dell’Appia Antica. Gangemi Editore.
![](https://www.asoim.org/wp-content/uploads/2015/09/atlante_2008-811x1024.jpg)
Continua la produzione di Atlanti ornitologici italiani, l’ultimo che vede la luce sotto forma editoriale è dedicato questa volta a un territorio particolare, quello del Parco regionale dell’Appia Antica (3400 ettari), un luogo di eccellenza archeologica, paesaggistica e naturalistica. Un territorio a forte vocazione ecotonale costituito infatti dai palazzi della città, le aree agricole ad essi adiacenti, salvatesi per l’imposizione del vincolo dell’area naturale protetta, pozze e corsi d’acqua, superfici forestali. Il tutto porta alla presenza, tra certe, probabili e possibili di 73 specie nidificanti, delle quali però solo 57 rinvenute nel corso dell’indagine. Ciò è dovuto all’approccio metodologico utilizzato: nelle 138 unità di rilevamento di 500 metri di lato adottate è stato fissato un punto di ascolto al centro del quadrante con un raggio di 200 metri. Tale ampiezza del raggio si giustifica con la presenza nel Parco di molti ambienti aperti. Sono state registrate quindi tutte le specie viste e ascoltate in tale raggio. Il libro si presenta con una buona veste editoriale, ben illustrato e con schede puntuali per ciascuna specie trattata. Sono presenti anche capitoli dedicati all’analisi dei risultati ottenuti, e ad un’analisi ecologica che si sofferma in particolare sulle comunità e sulle interazioni con l’ambiente. Fa riflettere il metodo utilizzato, scientificamente inappuntabile ma limitato nel conseguimento dei risultati. E’ evidente che gli Autori intendevano produrre una ricerca che, utilizzando un metodo scientifico rigoroso e standardizzato per tutto il territorio, fornisse dati omogenei che si potessero quindi elaborare per le analisi ecologiche. Questo fatto, di per sé positivo e condivisibile, ha però sacrificato la completezza del dato ornitologico, nel senso che l’Atlante non riporta la distribuzione di specie, quali ad esempio gli Strigifromi, che pure sono presenti nel Parco. Un Atlante che fa riflettere, come dicevo prima, e fa pensare alla necessità di avviare un dibattito sulla elaborazione di linee guida per la organizzazione di atlanti ornitologici nel nostro paese, al fine di trovare, pur nella varietà di approcci possibili, elementi comuni di base che consentano la comparabilità tra un Atlante e l’altro. Un po’ come è già avvenuto per le linee guida elaborate tempo fa per gli Atlanti ornitologici urbani e che, nel tempo, stanno dando buoni risultati. Un esempio può chiarire forse meglio questo aspetto. In un Atlante ornitologico il Rondone va riportato nel quadrante con la definizione di categoria possibile anche solo se osservato in volo? A mio giudizio no, considerando le ottime capacità di volo della specie e il fatto che nidifica in un quadrante solo se esistono le condizioni ambientali idonee (pareti rocciose, o meglio ancora succedanee di queste). Lo stesso dicasi per altre specie. Gli Autori dell’Atlante del Parco dell’Appia Antica, ad esempio, hanno giustamente scartato le osservazioni di Gabbiani reali in attività trofica nel Parco. Lo stesso andrebbe fatto per il Rondone. Da anni invito i coordinatori ad adoperarsi in tal senso, altrimenti escono dati di difficile interpretazione. E’ il caso dello stesso Atlante dell’Appia Antica in cui la specie compare tra le prime 10 in quanto a copertura (con l’83,3% dei quadranti occupati) ma con un solo quadrante di nidificazione certa, 0 di nidificazione probabile e 114 di nidificazione possibile. In conclusione mi sento di ringraziare i coordinatori del lavoro perché hanno arricchito l’ornitologia italiana di un nuovo, prezioso, atlante, peraltro anche molto curato dal punto di vista editoriale, il che non guasta mai, e hanno consentito al sottoscritto di porre l’attenzione su alcuni aspetti di approccio metodologico che potrebbero essere ripresi da altri per un dibattito ampio e articolato su questi temi.
Artropodi del Parco Nazionale del Vesuvio. Ricerche preliminari. MiPAAF G.Nardi-V.Vomero,2007 – Artropodi del Parco Nazionale del Vesuvio. Ricerche preliminari. MiPAAF – Corpo Forestale dello Stato. Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale. “Bosco della Fontana” di Verona. 492 pagine. €13
Era la primavera del 2000 quando, in qualità di Presidente del Parco Nazionale del Vesuvio, accompagnai un gruppo di esperti di fauna invertebrata in giro per il Parco con un fuoristrada. Lo scopo era quello di fargli conoscere le aree di maggiore interesse naturalistico. Essi erano componenti della squadra tecnica che aveva vinto il bando di gara per la stesura del piano del Parco Nazionale del Vesuvio. Ricordo che provavo dentro di me una certa emozione. Sulla fauna invertebrata del Parco non si conosceva nulla o quasi, e se si voleva andare a fondo nella bibliografia per trovare dei precedenti in alcuni casi si doveva addirittura arrivare al Costa, un noto studioso del periodo borbonico. A distanza di 7 anni esce un corposo volume che riporta gli studi effettuati sul materiale raccolto nei trappolaggi eseguiti tra il maggio e il dicembre 2000. Vengono trattate 1229 specie, un numero che a giudizio dei curatori è però destinato a salire e di molto considerando che il metodo e il tempo utilizzati hanno permesso di ottenere informazioni comunque limitate. Questo ovviamente non svilisce l’opera, scritta da diversi esperti italiani e non a cui è stato chiesto di collaborare (sono 21 i contributi specialistici, più 54 “Short notes”). Per molte specie la trattazione è ampia e l’analisi molto approfondita. Sono emerse anche 3 specie nuove per la scienza, 2 entità nuove per la fauna italiana, 5 specie nuove per l’Italia continentale, 25 specie nuove per l’Italia meridionale, 44 specie nuove per la Campania. Un lavoro che rappresenta un punto di arrivo di una lunga ricerca, ma senza dubbio anche il punto di partenza per continuare e sviluppare ulteriormente le ricerche sulla fauna artropoda del complesso vulcanico del Somma – Vesuvio e dei parchi più in generale. Per saperne di più: Ministero dello Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Corpo Forestale dello Stato. Ufficio territoriale per la biodiversità di Verona. CNBF – Centro Nazionale per lo Studio e la Conservazione della Biodiversità Forestale “Bosco Fontana”. Direzione Amministrazione Laboratori, via C. Ederle, 16/A 37100 Verona. Email: utb.verona@corpoforestale.it