ASOIM

Monitoraggio uccelli acquatici svernanti 2023

Si è concluso il monitoraggio degli uccelli acquatici svernanti in Campania svoltosi nel mese di gennaio 2023.   Ancora una volta i risultati sono lusinghieri per ciò che concerne lo sforzo organizzativo e l’impegno dei soci, a dimostrazione del livello ormai raggiunto dall’ASOIM in termini di copertura del territorio, di qualità dei soci e di passione per quello che si sta facendo. I numeri parlano da soli. 35 rilevatori hanno effettuato 91 sopralluoghi in 70 località (il numero più alto degli ultimi 17 anni!), rilevando 79 specie e un totale di 25703 esemplari.     Come ogni anno illustriamo di seguito il rendiconto del numero di esemplari censiti in Campania per ciascuna specie e per provincia. Il dato totale del 2023 inoltre è confrontato con i totali del biennio precedente. Vi invitiamo a prenderne visione. Download documento Sono tanti gli spunti che se ne possono ricavare, peraltro va detto che per la provincia di Caserta il censimento di quest’anno è stato il ventesimo, avendo iniziato a monitorare le zone umide di quella provincia nel 2003, mentre è il diciassettesimo per il resto della Campania. La Provincia di Caserta, del resto, ospita le zone umide più estese e ricche di biodiversità della Regione. Soffermandoci solo ad un esame della check-list e del confronto con i dati del biennio precedente si possono fare alcune considerazioni. Un gruppo di specie è risultato numericamente alquanto stabile nel confronto con il biennio precedente. È il caso, in particolare, di Volpoca, Canapiglia, Alzavola, Mestolone, Tuffetto, Svasso maggiore, Folaga, Pavoncella. Per la Folaga, però, va detto che suscita una certa impressione l’assenza di dati dalla provincia di Salerno. Territori in cui abitualmente la osservavamo – il Sele, l’Alento, Velina e diversi bacini artificiali – quest’anno sono risultati vuoti per questa specie. Davvero strano e preoccupante. In diminuzione, anche forte, sono risultati il Codone, la Moretta tabaccata e lo Svasso piccolo. Rispetto al biennio precedente un calo lo si registra anche per Germano reale, Moretta comune. Continua, lento ma inarrestabile il calo del Moriglione. Il calo della Folaga, che anche se leggero comunque c’è, in parte è da attribuire allo 0 registrato in provincia di Salerno, ma non può essere la sola giustificazione; sono alcuni anni, infatti, che il numero di esemplari censiti si mantiene sotto la media. Potrebbe essere dovuto ad un calo dei contingenti svernanti in seguito al cambiamento climatico? Sarebbe interessante conoscere i dati nazionali italiani ma anche dei paesi dell’est Europa da dove provengono le Folaghe svernanti. Cala anche l’Airone bianco maggiore, ma se si colloca il dato nel contesto della serie storica, il basso numero di esemplari di quest’anno sembrerebbe rientrare in una periodicità della popolazione svernante nella nostra Regione. Un incremento nei contingenti svernanti lo fanno registrare invece il Fischione, il Marangone minore, l’Airone cenerino, il Piviere dorato, la Pivieressa (addirittura non osservata nei due anni precedenti e le poche volte in cui la si è incontrata in questi anni a gennaio è stato sempre con numeri inferiori a 10), il Piovanello tridattilo, il Gabbiano reale, il Gabbiano corallino, il Beccapesci e il Martin pescatore. Un incremento lo si registra anche per il Cormorano, sebbene per questa specie è necessario verificare anche i dati degli esemplari contati al dormitorio. Quest’anno abbiamo controllato 12 località, riscontrando 11 dormitori, con quello della Diga dell’Alento che ha fatto registrare ben 575 esemplari. Ebbene il numero complessivo dei Cormorani svernanti ai dormitori quest’anno è stato di 1624 esemplari, più alto dei censimenti del 2021 e 2022, ma inferiore a quello del 2020. In aumento rispetto agli anni precedenti anche le Spatole e i Cavalieri d’Italia. Interessanti, infine, le osservazioni di diverse specie provenienti dalle latitudini più settentrionali dell’Oceano Atlantico registrate quest’anno: Orco marino, Orchetto marino, Smergo minore, Strolaga minore, Strolaga mezzana, Labbo, Stercorario mezzano, Gazza marina. Potrebbe essere dovuto al vortice freddo e violento verificatosi nel Nord Atlantico a fine 2022? Per alcune specie, infine, la segnalazione di quest’anno risulta essere la prima nei 17 anni di monitoraggi condotti a gennaio. È il caso di Strolaga minore, Gazza marina, Voltapietre, Marangone dal ciuffo, Ibis sacro, Beccaccia di mare, Gabbiano tridattilo. Tende all’incremento costante, anno dopo anno, invece la gioia e il divertimento dello stare insieme in natura a godere della bellezza degli animali e dei paesaggi, ma anche della condivisione della passione e dell’amore per la natura con tanti amici. Infine è doveroso un sentito ringraziamento a chi ci ha permesso di accedere alle località da loro gestite: l’ingegnere Andre Cicero di ENEL GREEN POWER ITALIA, Mario Caniglia dell’Associazione Pianeta Terra e il dr. Giovanni Sabatino Presidente dell’Ente Riserve Foce Volturno, Licola e Lago Falciano. Maurizio FraissinetPresidente dell’ASOIM Elenco dei partecipanti ai rilevamenti di gennaio 2023: Gerardo Bianco Beatrice Bigu Joseph Bourget Roberto Braibanti Marcello Bruschini Annamaria Cafieri Camillo Campolongo Mario Caniglia Lorenzo Caputo Ermanno De Pisi Olimpia De Simone Giuseppe De Martino Anna Digilio Lucio Dinacci Bruno Dovere Francesca Elicio Diego Errico Elio Esse Giuseppe Farace Maurizio Fraissinet Claudio Labriola Rossella Lanzieri Patrizia Loffredo Vincenzo Mancini Danila Mastronardi Alessandro Motta Luca Nelisio Gianluca Nunziata Rega Valeria Siniscalchi Andrea Sorrentino Sergio Tanga Filippo Tatino Costantino Tedeschi Marilena Terminio Alessio Usai  

Il Nuovo Atlante degli Uccelli Nidificanti in Campania a cura dell’ASOIM

Ischia – Foto Maurizio Fraissinet Cosa è un Atlante biologico    L’atlante biologico è un metodo di rappresentazione cartografica della distribuzione, rilevata in un determinato periodo, di una singola specie o di una categoria sistematica, sia essa vegetale o animale (Fraissinet, 1995). Lo studio della distribuzione della fauna e della flora in un determinato territorio attraverso l’uso della rappresentazione cartografica, soprattutto se realizzata usando una griglia composta da quadranti di uguale superficie, e conoscendo l’arco temporale in cui è stata effettuata la raccolta standardizzata dei dati su campo, consente una interessante serie di analisi: conoscenza degli areali delle specie; possibilità di identificare aree con maggiore ricchezza di specie, biodiversità, endemismi; comprendere i motivi ecologici alla base delle distribuzioni e poterne ipotizzare le dinamiche future; monitorare e analizzare gli andamenti; comparare la distribuzione della specie con le caratteristiche geografiche ed ecologiche del territorio in cui essa è presente. È anche possibile, ripetendo ciclicamente le rilevazioni a distanza di tempo, appurare eventuali variazioni nelle presenze e/o nelle distribuzioni, ed ipotizzarne le cause correlandole alle variazioni apportate al territorio stesso e/o agli ecosistemi dalle attività antropiche (Fraissinet, 1995; Gibbons et al., 2007). Il metodo di campionamento e l’utilizzo di una griglia geometricamente precisa consentono anche elaborazioni ed analisi statistiche sulle distribuzioni. L’atlante biologico rappresenta quindi una buona metodologia di ricerca per contribuire alla conoscenza delle distribuzioni animali e vegetali, delle modalità e dei tempi con i quali le specie occupano nuovi areali, nonché delle variazioni nella composizione in specie delle comunità biologiche in funzione dei cambiamenti che subisce il territorio, il clima, ecc. È quindi anche uno strumento di grande efficacia per valutare i processi di pianificazione territoriale impostati su di una corretta conoscenza degli ecosistemi, le politiche di conservazione della natura, la “misurazione” delle condizioni ecologiche e naturali di un territorio mediante indicatori ambientali. Le conoscenze acquisite, infatti, consentono di operare, ad una determinata scala territoriale, una corretta pianificazione del territorio attenta alla conservazione della natura, evitando o mitigando gli impatti ambientali. L’atlante biologico fornisce anche la possibilità, con la ripetizione del progetto in periodi successivi e mantenendo inalterati i metodi, di effettuare confronti a distanza di tempo sulla situazione territoriale. La possibilità di confrontare ad intervalli temporali le distribuzioni faunistiche e floristiche, nonché i valori di densità e gli indici di comunità se rilevati, consente la comprensione delle cause ecologiche e antropiche in grado di alterare, modificare, indirizzare la distribuzione, ma anche la comparsa o la scomparsa, delle singole specie sul territorio o degli equilibri dinamici all’interno delle comunità. Gabbiano Corso – Foto Silvia Fraissinet Gli Atlanti ornitologici Il primo Atlante biologico ad essere pubblicato è stato un atlante ornitologico, sebbene limitato ad una trentina di specie e ad una griglia cartografica costituita da quadranti di 25 chilometri di lato.  Lo pubblicò Norris nel 1960 su Bird Study (Norris, 1960). Pochi anni dopo fu pubblicato, sempre nel Regno Unito, l’Atlante delle piante in Gran Bretagna e in Irlanda (Perring & Walters, 1962). Da allora sono stati prodotti nel mondo numerosissimi atlanti su diversi taxa vegetali e animali. Tra questi ultimi la categoria sistematica più studiata è quella degli Uccelli.  Gibbons e collaboratori nel 2007 contarono 411 atlanti ornitologici pubblicati in 50 paesi di tutto il mondo (Gibbons et al., 2007). Il motivo di ciò si spiega con la facilità di osservazione e semplicità di riconoscimento, in modo da poter coinvolgere anche gli appassionati di bird-watching e i cosiddetti ”citizen science”, e l’elevata sensibilità alle modificazioni dell’ambiente delle specie di questa classe animale, tanto che gli Uccelli sono comunemente considerati ottimi indicatori biologici. L’Italia è il paese che ha pubblicato finora il maggior numero di atlanti ornitologici: 171 atlanti pubblicati o parzialmente pubblicati al 2016 (Fraissinet, 2017; 2021). In particolare, il nostro paese si distingue per un elevato numero di atlanti locali: regionali, provinciali, urbani, aree naturali protette, territori a valenza geografica.   Il nuovo Atlante degli uccelli nidificanti in Campania Il primo Atlante degli uccelli nidificanti in Campania, pubblicato nel 1989, si riferisce al periodo 1983 – 1987 ed è stato il terzo atlante regionale ad essere pubblicato in Italia (Fraissinet e Kalby, 1989). Successivamente, nel 1999, è stato pubblicato anche l’Atlante degli uccelli svernanti in Campania, riferito al periodo compreso tra la stagione invernale 1989/90 e la stagione invernale 1994/1995 (Milone, 1999). Il primo Atlante degli uccelli nidificanti in Campania. Monografia n.1 dell’ASOIM.Copertina di Antonio Lubrano Lavadera Atlante degli Uccelli svernanti in CampaniaMonografia n.6 dell’ASOIM.Copertina di Domenico Fulgione A distanza di 33 anni dal primo Atlante degli uccelli nidificanti si rende necessario e non più prorogabile ripetere la ricerca e realizzare quindi un nuovo Atlante degli uccelli nidificanti in Campania. A tal fine l’ASOIM ha condotto uno studio preliminare di fattibilità per verificare la sussistenza delle condizioni per poterlo organizzare. Avuto un riscontro positivo ha deciso quindi di avviare il progetto dalla stagione riproduttiva del 2022, prevedendo una durata di cinque anni. Logo del progetto   Organizzazione e metodi È stata predisposta una griglia di 168 quadranti che sarà utilizzata per la visualizzazione dei dati (Fig.1). Fig. 1 – Griglia di quadranti UTM di 1 KM di lato sovrapposta al territorio della Regione Campania Ciascun quadrante ha un codice alfanumerico: B6, C4, E9, P10, ecc. Per l’individuazione dei singoli quadranti è stato predisposto un file .KML della griglia che, mediante il software Google Earth, consente di venire immediatamente a conoscenza di quale sia il quadrante in cui si sono effettuate le osservazioni, al fine di indicarlo correttamente nelle schede. Per poter aprire la griglia .KML non è necessario aver scaricato sul proprio dispositivo Google Earth. È sufficiente scaricare il file della griglia (“Griglia Atlante Regionale ASOIM (Scarica la Griglia)”), andare sul sito web Google Earth web e seguire le istruzioni riportate nel foglio (Istruzioni) Nelle schede è preferibile indicare le coordinate delle osservazioni nei formati “gradi decimali”, oppure “gradi, minuti, secondi”. Per es. le coordinate della sede ASOIM (sita in via Cavalli di Bronzo 95, San Giorgio a Cremano) sono: 40.828574°N-14.341008°E oppure 40°49’42″N-14°20’27″E. Se non sapete come trovare le coordinate su

Le Monografie dell’ASOIM – Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale

a cura di Maurizio Fraissinet La collana delle Monografie dell’ASOIM rappresenta una delle più interessanti produzioni editoriali in ambito ornitologico del continente europeo. I 20 volumi pubblicati dal 1989 al 2025 rappresentano un patrimonio di conoscenze ornitologiche e naturalistiche di grande interesse per la Regione Campania per l’Italia più in generale.  Un contributo scientifico enorme che viene anche presentato con una ricercatissima grafica editoriale, che le rende anche di gradevole lettura. Spaziano su diversi campi avendo riguardato atlanti ornitologici a diversa scala, vari taxa della classe degli Uccelli, atti di convegni, Lista Rossa, singole specie ornitiche di grande valore naturalistico. Di seguito le presentiamo una ad una. Prima però desideriamo ringraziare le tantissime persone che, negli anni, hanno permesso di realizzare questa produzione così prestigiosa. Alcune di queste purtroppo ci hanno anche lasciato nel corso del tempo. Un ringraziamento ai tanti ornitologi e fotografi naturalisti che hanno fornito in maniera disinteressata il loro tempo e le loro competenze, gli artisti che hanno realizzato le copertine e i disegni, le istituzioni che hanno sostenuto il progetto. In primis la Regione Campania che contribuendo economicamente alla pubblicazione di 12 dei 19 volumi si è conquistata il titolo di una delle Regioni europee più impegnate nel sostegno alla editoria naturalistica, ma anche la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Napoli, l’Università degli Studi di Napoli Federico II, il Museo delle Scienze Agrarie di Portici, l’Amministrazione Provinciale di Napoli, il Comune di Castello Matese. Un grazie anche ai privati che sono intervenuti economicamente a sostegno di alcune pubblicazioni: Banca Popolare di Torre del Greco, Agriturismo I Fondi di Baia, Electa Napoli, Tess – Costa del Vesuvio SpA, Maurizio Fraissinet, Stefano Giustino. 1. Maurizio Fraissinet e Mario Kalby, 1989 – Atlante degli uccelli nidificanti in Campania (1983-1987). Monografia 1 dell’ASOIM Regione Campania ed., Napoli. Pp 222. Riporta i dati dell’Atlante ornitologico regionale, il terzo atlante regionale italiano in ordine di pubblicazione. Il libro contiene anche due fogli lucidi relativi alla idrografia e ad una carta altimetrica della Campania da sovrapporre alle mappe distributive degli uccelli in periodo riproduttivo. Realizzato con il contributo della Regione Campania Patrocinio dell’Assessorato all’Agricoltura, Caccia, Pesca e Foreste della Regione Campania, Università degli Studi di Napoli Dipartimento di Zoologia, Società dei Naturalisti in Napoli, WWF Italia – Delegazione Campania, LIPU – Ufficio Regionale per la Campania. Prefazioni di Ferdinando Clemente di San Luca, Bruno Massa e Virgilio Botte. Testi di Umberto Atripaldi, Paola Carrabba, Paola Conti, Gabriele de Filippo, Angela De Vita, Giuseppe Di Martino, Gennaro Esposito, Maurizio Fraissinet, Lucilla Fusco, Maria Grotta, Mario Kalby, Antonio Lubrano Lavadera, Luciano Marcello, Danila Mastronardi, Mario Milone, Rosario Notaro, Stefano Piciocchi, Sergio Scebba. Foto di Umberto Atripaldi, Raffaele D’Anselmo, Maurizio Fraissinet, Livio Genovese, Mario Kalby, Mario Lo Bianco, Stefano Piciocchi, Andrea Simoni. La copertina e le tavole in bianco e nero all’interno sono di Antonio Lubrano Lavadera. 2. Maurizio Fraissinet e Mario Milone, 1992 – Migrazione e inanellamento degli uccelli in Campania. Monografia n.2 dell’ASOIM, Regione Campania ed., Napoli. Pp. 165 Riporta i dati delle tante stazioni di inanellamento, o delle singole spedizioni, che hanno operato in Campania dalla metà degli anni ’70 al 1991. Un periodo nel quale la Campania risultava essere la prima Regione dell’Italia centro-meridionale e la quinta in ambito nazionale per numero di inanellamenti. Realizzato con il contributo della Regione Campania Assessorato Agricoltura, Caccia, Pesca e Foreste e la collaborazione del Dipartimento di Zoologia dell’Università degli Studi di Napoli. Il primo di un periodo contrassegnato da una collaborazione con la casa editrice Electa Napoli che si concluderà con la Monografia n.5. Prefazioni di Alfredo Pozzi e Gian Carlo Carrada Testi di Paola Carrabba, Gabriele de Filippo, Maurizio Fraissinet, Lucilla Fusco, Maria Grotta, Mario Kalby, Antonio Lubrano Lavadera, Mario Milone, Sergio Scebba, Dino Vitiello. Foto di Maurizio Fraissinet. Realizzazione grafica di ElectaNapoli. Copertina e tavole in bianco e nero all’interno di Antonio Lubrano Lavadera. 3. Maurizio Fraissinet, Maria Grotta M e Stefano Piciocchi, 1994 – La Lista Rossa degli Uccelli in Campania. Monografia n.3 dell’ASOIM. Electa Napoli ed., Napoli. ISBN 88 435 4782 8  Pp. 61 La prima Lista Rossa degli Uccelli della Campania. Prefazioni di Fulco Pratesi e Mario Milone Testi di Maurizio Fraissinet, Maria Grotta e Stefano Piciocchi Foto di Maurizio Fraissinet e Stefano Piciocchi. Realizzazione grafica di ElectaNapoli. Copertina e tavole in bianco e nero all’interno di Antonio Lubrano Lavadera. 4. Maurizio Fraissinet (a cura di), 1995 – Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nella città di Napoli. Monografia n.4 dell’ASOIM. Electa­Napoli ed., Napoli. ISBN 88 435 4822 0 Pp. 263 Il terzo atlante ornitologico degli uccelli nidificanti in ambito urbano e il secondo per gli uccelli svernanti nella storia dell’ornitologia italiana. Realizzato con il contributo della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Napoli e della Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, con il patrocinio della Regione Campania e del Comune di Napoli e la collaborazione del Dipartimento di Zoologia dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. Prefazioni di Maciej Luniak e Rakesh K. Rastogi Testi di Francesco Ausiello, Paola Carrabba, Paola Conti, Diletta Coppola, Silvana Del Gaizo, Ermanno De Pisi, Rino Esposito, Maurizio Fraissinet, Maria Grotta, Roberto Guglielmi, Fulvio Mamone Caprio, Danila Mastronardi, Mario Milone, Patrizia Mirabella, Armando Nappi, Stefano Piciocchi, Claudio E. Rusch Foto di Maurizio Fraissinet. Disegni di Roberto Guglielmi. Copertina e tavole in bianco e nero all’interno di Antonio Lubrano Lavadera. 5. Maurizio Fraissinet, Diletta Coppola, Silvana Del Gaizo, Maria Grotta e Danila Mastronardi D., 1996 – Atti del Convegno nazionale l’avifauna degli ecosistemi di origine antropica: zone umide artificiali, coltivi, aree urbane. Monografia n. 5 dell’ASOIM, Electa Napoli ed., Napoli. ISBN 88 435 5224 4 Ospita gli Atti del Convegno Nazionale “L’avifauna degli ecosistemi di origine antropica: zone umide artificiali, coltivi, aree urbane”, tenutosi a Napoli il 26 e 27 novembre 1994. Realizzato con il contributo dell’Assessorato alla Cultura della Regione Campania, con il patrocinio della Regione Campania e del Dipartimento di Zoologia dell’Università degli Studi Federico II di Napoli. Prefazione di Maurizio Fraissinet Testi di

18 Monografia ASOIM – Ciconiformi, Suliformi e Pelecaniformi della Campania

È stata pubblicata la Monografia n.18 dell’ASOIM. Si intitola “Ciconiformi, Suliformi e Pelecaniformi della Campania”, con sottotitolo “Cicogne, Sula, Cormorani, Ibis e Aironi della Campania”. È curata da Maurizio Fraissinet, ma con i suoi 28 autori può essere considerata un’opera corale per chi, come noi dell’ASOIM, crede che l’ornitologia si debba fondare anche sulla partecipazione e il coinvolgimento. Solo così si possono ottenere i risultati ai quali l’ASOIM ormai ci ha abituati. 18 monografie pubblicate dal 1989 ad oggi rappresentano infatti un patrimonio culturale costruito nel tempo e che ha portato anche alla crescita della partecipazione di sempre più persone, opportunamente formate, alla raccolta dei dati in campo. Se a questo si aggiunge che i libri sono decisamente belli e molto curati, oltre che sotto l’aspetto scientifico anche per la parte grafica, si comprende che l’ASOIM abbia realizzato e stia portando avanti uno dei progetti di ricerca e divulgazione scientifica più interessanti a livello europeo. Il libro Sulle Cicogne, la Sula, i Cormorani, gli Ibis e gli Aironi della Campania, di 117 pagine e con numerose foto a colori, riporta i dati relativi ad una ventina di specie, incluso le accidentali. Per 17 di queste, quelle cioè nidificanti e/o svernanti, si riporta un ampio testo con tutto quanto è noto in Campania per ciascuna specie. I testi sono affiancati dalle mappe distributive delle specie nidificanti, applicando il metodo dell’atlante ornitologico, e i grafici con gli andamenti per il periodo invernale e riproduttivo. Per le specie svernanti di cui si dispone di un numero sufficiente di dati è stata calcolata anche la periodicità delle oscillazioni nel numero di esemplari delle popolazioni. Un’analisi che fino ad ora pochi hanno fatto nel nostro paese. Capitoli sulla sistematica dei gruppi tassonomici trattati, sulle zone umide della Regione e sui dati noti per le specie accidentali e aufughe riscontrate negli anni in Campania completano l’opera. La prefazione è stata curata da Lucio Bordignon, ornitologo, dal Prof. Stefano Mazzoleni, Direttore del Museo delle Scienze Agrarie di Portici, e dalla dottoressa Rosa Marmo, dirigente della Unità Operativa della Regione Campania sulla Gestione delle risorse naturali protette, la Tutela e salvaguardia dell’habitat marino e costiero, sui Parchi e riserve naturali. Il Patrocinio del Museo delle Scienze Agrarie di Portici, del Wildlife Research Unit e del Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli elevano il prestigio dell’opera, così come il contributo della Regione Campania, che da tempo sostiene le pubblicazioni dell’ASOIM, e che dimostra in tal modo anche quanto la collana delle monografie ASOIM sia considerata importante per la divulgazione e la conoscenza del patrimonio naturalistico della Campania. Per avere una copia scrivere a info@asoim.org

Breve analisi dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti in Campania effettuati nel gennaio 2020

Il monitoraggio del gennaio 2020 rappresenta il 15° anno continuativo di censimenti per la Campania e il 18° anno consecutivo per la Provincia di Caserta. L’impegno organizzativo, come ogni anno, è stato notevole. La complessità, ma nel contempo anche l’efficienza della macchina organizzativa si comprende dai numeri. Nel periodo 7 – 24 gennaio sono state effettuate 64 spedizioni in 47 zone umide; hanno partecipato 43 rilevatori; sono stati contati 20.886 uccelli acquatici di 59 specie. Da segnalare che per la prima volta abbiamo avuto la partecipazione di due ornitologi stranieri: un francese e un turco. La tabella con i dati finali distribuiti per provincia e totali per la Campania (Download PDF). La tabella riporta, per confronto, anche i totali dei due anni precedenti. Una succinta analisi ornitologica mette in evidenza un record di località per il Fischione – 12 – , per l’Alzavola – 17 – , per il Tuffetto – 20 – e per lo Svasso maggiore: 25. Per quattro specie abbiamo registrato i record nei conteggi per il periodo dei 15 anni di monitoraggio: il Falco di palude con 50 esemplari, il Chiurlo maggiore, anch’esso con 50 esemplari, il Martin pescatore – 22 esemplari -: un esemplare in più rispetto al record del 2019 e Tarabuso con 4 esemplari, di cui 3 insieme sul Lago Matese. Per altre specie invece abbiamo registrato il secondo valore assoluto per i 15 anni di monitoraggio: Moretta tabaccata, con 39 esemplari; Tuffetto, con 191 esemplari; Pavoncella, con 3500 esemplari; Piovanello pancianera, con 247 esemplari. Per la prima volta abbiamo osservato il Cavaliere d’Italia, con 2 esemplari che stazionano alle Soglitelle, e il Mignattaio, con 4 esemplari che frequentano le zone umide costiere del litorale domitio, e la Berta  maggiore, con 97 esemplari osservati lungo le coste, peraltro tutte viste durante la contemporanea del 12 gennaio e quindi senza il possibile errore del doppio conteggio in cui si può incorrere nelle specie molto mobili. Interessante anche il dato dei Gabbiani corallini osservati lungo le coste del Cilento meridionale: abbiamo contato 73 esemplari nei pressi della Foce del Bussento. Non si è visto quest’anno invece il Piovanello tridattilo. Va precisato, inoltre, che per alcune specie i valori riportati in tabella non possono essere considerati esaustivi. Vanno considerati sottostimati per le difficoltà oggettive di censimento caratteristiche della specie. E’ il caso del Porciglione che può passare inosservato per le abitudini schive e poco sonore in periodo invernale. Anche il dato del singolo Fratino al momento non è interpretabile perché gli esemplari potrebbero essersi trovati distanti dagli osservatori nel periodo in cui sono stati in zona. Allo stesso modo anche i dati relativi alle berte o agli stercoraridi sono legati alla maggiore o minore vicinanza alla costa per il periodo. Distanze che possono dipendere da fattori climatici, trofici, marini, ecc. Non entro nel merito degli andamenti sul lungo periodo dei censimenti (15 anni) perché non è questa la sede e perché richiedono analisi di un certo dettaglio specifico e supportate statisticamente. Riferendoci però ai dati degli ultimi anni si può dire che Codone, Moriglione e Airone cenerino mostrano una certa stabilità, il Germano reale è invece in calo, un calo piuttosto brusco lo mostra invece lo Svasso piccolo. Una tendenza all’incremento la si osserva in Moretta tabaccata, Cormorano, Falco di palude, Pavoncella, Chiurlo maggiore e Martin pescatore. Uno sguardo alle altre specie non comprese in tabella e che si basa però sulle sensazioni personali, non essendo censite secondo criteri metodologici, porta a segnalare un’ampia diffusione e un buon numero, maggiore rispetto agli anni precedenti della Ballerina gialla, e il buon numero di Pendolini osservati. In chiusura è doveroso ringraziare l’ENEL che ci ha concesso anche quest’anno i permessi di accesso per i bacini idroelettrici del casertano che ha in gestione e tutti i rilevatori. Mi auguro che anche quest’anno si siano divertiti e appassionati come ogni anno a gennaio: Giuseppe Albano, Beatrice Bigu, Kerem Ali Boyla (Turchia), Leandro Buongiovanni, Annamaria Cafieri, Camillo Campolongo, Mario Caniglia, Christian Chandellier (Francia), Rosa Di Luce, Lucio Dinacci, Bruno Dovere, Diego Errico, Elio Esse, Giuseppe Farace, Maurizio Fraissinet, Marco Geremicca, Martina Giannattasio, Silvana Grimaldi, Daniele Iamunno, Ringo Iamunno, Raffaele Imondi, Claudio Labriola, Rossella Lanzieri, Remigio Lenza, Patrizia Loffredo, Vincenzo Mancini, Sabrina Marsala, Danila Mastronardi, Lucia Migliaccio, Salvatore Mirra, Alessandro Motta, Luca Nelisio, Gianluca Nunziata Rega, Giuseppe Pesapane, Stefano Piciocchi, Federica Pinto, Alfonso Piromallo, Andrea Sorrentino, Sergio Tanga, Filippo Tatino, Marilena Terminio, Alessio Usai, Sara Varriale. Maurizio Fraissinet

Visita all’Oasi delle SOGLITELLE

La mattina di domenica 2 giugno abbiamo visitato le “nuove” SOGLITELLE. Ad attenderci c’era Mimmo Cristofari della LIPU. “Nuove” perché le Soglitelle sono state oggetto di lavori finanziati dalla Regione Campania che hanno portato alla realizzazione di un centro visita, capanni, percorsi, recinzioni, sbarre e cancelli a limitare l’accesso alle auto e a visitatori “poco graditi”. Per lungo tempo tutto ciò è rimasto però “congelato” in attesa di trovare una soluzione gestionale. Da qualche mese LIPU e Istituto di Gestione della Fauna, nell’ambito di un progetto finanziato da Fondazione con il Sud, hanno iniziato a gestire quest’area cominciando ad avviare ricerche scientifiche e recuperando le opere e le recinzioni realizzate per finalizzarle anche ad una fruizione controllata e compatibile con le esigenze di conservazione. Per il mese di giugno hanno previsto alcune visite riservate ad Associazioni e gruppi di volontariato. La prima Associazione ad essere stata invitata è stata l’ASOIM. Siamo stati accolti da Mimmo Cristofari della LIPU e abbiamo potuto visionare tutto quanto è stato fatto e si sta facendo. È stato un momento particolarmente emozionate per chi ricorda altri momenti, quelli terribili del passato quando chi entrava con binocoli, cannocchiali e macchina fotografica era minacciato e pedinato da parte di figure aggregate a clan camorristici. Le Soglitelle rappresentano infatti un emblema della lotta contro il bracconaggio. Volontari della LIPU, affiancati dalle forze dell’ordine, e in particolare dagli uomini che agivano sotto il comando del Colonnello Costa, oggi Ministro dell’Ambiente, e dall’Arma dei Carabinieri, comandata dal comandante “Ultimo”, noto per essere stato l’artefice dell’arresto di Riina, avviarono una vera e propria battaglia contro camorra e bracconieri. Appostamenti notturni, inseguimenti, sparatorie, minacce. Furono momenti difficili. Se entravi con l’auto negli sterrati tra le vasche venivi seguito da auto con a bordo persone che ti sorvegliavano a distanza. Nessuno ha ceduto, nessuno si è scoraggiato e la lotta è proseguita passo dopo passo negli anni. Dapprima sono scomparsi i bracconieri, poi si sono smantellati i bunker costruiti dalla camorra per far sparare nascosti agli uccelli acquatici, poi si è inserito il sito all’interno della Riserva Naturale Foce Volturno – Costa di Licola, poi si è iniziato un lungo e lento processo di sensibilizzazione nei confronti della Regione affinché realizzasse un piano di recupero. Nel frattempo l’area diveniva uno dei luoghi più importanti dell’Italia meridionale per l’avifauna. Alla fine ha vinto lo Stato ed oggi quei momenti sono solo un ricordo, o forse sono parte della storia della lotta al bracconaggio nel nostro paese. La nostra visita è stata impreziosita dall’osservazione di oltre 30 specie di uccelli. Di seguito un po’ di foto della Splendida giornata trascorsa.  

Suggerimenti e raccomandazioni per prevenire la nidificazione del Gabbiano reale sui tetti e le terrazze

Con l’avvicinarsi della primavera e quindi della stagione riproduttiva del Gabbiano reale, l’Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale (ASOIM), che da anni studia il fenomeno dell’inurbamento della specie in Italia, ritiene utile e opportuno fornire suggerimenti e raccomandazioni sui comportamenti da adottare in questo periodo, sia parte delle amministrazioni comunali che dei cittadini stessi per prevenire nidificazioni sgradite che possono provocare disagi, a volte anche notevoli. In primo luogo si raccomanda ai cittadini che dispongono di tetti e terrazze di intraprendere un’attività di rimozione delle erbe spontanee, unita ad una frequentazione costante e assidua a partire dalla fine di febbraio e per tutto il mese di marzo dei tetti e delle terrazze. L’eliminazione delle erbacee spontanee porta ad una riduzione delle condizioni ambientali idonee alla nidificazione. La frequentazione assidua dei tetti e delle terrazza da parte degli esseri umani nel mese di marzo rende il sito poco sicuro per l’installazione del nido. Nell’eventualità non si sia nelle condizioni di frequentare con assiduità il terrazzo si suggerisce di installare, ad un’altezza superiore a quella degli uomini che lo frequentano, dei fili tesi collocati parallelamente ad una distanza compresa tra 1,50 – e 2 metri. I fili devono essere robusti (un diametro di almeno 3 mm), di un materiale resistente alla luce solare e alla corrosione, come l’acciaio inox, o meglio ancora le lenze da pesca. Tale metodo si è rivelato efficace per le superfici piane, anche di ampie dimensioni (quali parcheggi, piazzali, ecc.), agisce sulla impossibilità meccanica degli animali di attraversarlo con le ali e della notevole insicurezza che genera nella coppia che non avverte elementi di sicurezza per l’allevamento della prole. E’ inoltre incruento e, soprattutto, non genera “assuefazione” nel corso del tempo: gli animali, cioè, non si abituano alla sua presenza e non rimuovono quindi il senso di insicurezza. Alle amministrazioni comunali interessate dalla presenza di popolazioni urbane nidificanti di Gabbiano reale si suggerisce di adottare per la raccolta differenziata dell’umido, qualora non sia stato ancora fatto, il sistema del porta a porta con l’utilizzo dei bidoni marroni e lo svuotamento degli stessi a poche ore dal conferimento da parte dei cittadini. Nel contempo le si invita ad affiggere manifesti che informino i cittadini dell’importanza di tenere puliti i terrazzi e i tetti dalle erbacee spontanee e di frequentare gli stessi assiduamente nel mese di marzo. Le si invita altresì ad emettere ordinanze che obblighino le pescherie a mantenere rigorosamente pulita l’area antistante l’esercizio commerciale dopo la chiusura. L’ASOIM ricorda, infine, che il Gabbiano reale (Larus michahellis) è una specie protetta e che pertanto ogni iniziativa di eliminazione di individui o nidi già attivi può essere sanzionata. (Scarica il  documento PDF)  

I censimenti degli uccelli acquatici del gennaio 2019

Maurizio Fraissinet I censimenti ASOIM in Campania degli uccelli acquatici del gennaio 2019 rappresentano il 14° anno del monitoraggio dell’avifauna acquatica svernante in Campania e il 17° per le zone umide dalla Provincia di Caserta. Anche quest’anno, all’interno dei censimenti, si è svolta, in data 13 gennaio 2019, la contemporanea dell’ASOIM giunta alla sua sesta edizione.  Il 13 gennaio quindi si sono effettuate osservazioni in contemporanea in 24 zone umide delle provincia di Caserta e Benevento, oltre al Lago Patria. Il report finale dell’intero periodo dei censimenti (Download Documento PDF) presenta cifre molto interessanti: 45 zone umide visitate in tutte le province campane, 43 partecipanti , 60 specie osservate (un numero notevole) e 15509 individui contati, un numero di molto inferiore ai due anni precedenti che può trovare giustificazione solo in parte nelle particolari condizioni meteo che hanno portato a far ghiacciare numerosi laghi delle zone interne. La gran parte del calo è dovuto al numero inferiore di Gabbiani comuni e di Pavoncelle registrato quest’anno. Due specie, queste, che presentano fenomeni di oscillazione della consistenza delle popolazioni svernanti  dipendenti da condizioni climatiche più generali, che coinvolgono una scala più ampia di quella regionale. Chi sembra aver risentito molto dei laghi ghiacciati è il Fischione che nel Lago Matese, ghiacciato per oltre il 90%, ha perso quest’anno una delle principali località di svernamento della Campania. [envira-gallery id=”2160″] Per quanto riguarda le anatre c’è da evidenziare l’incremento notevole della Canapiglia che ha fatto registrare il record per l‘intero periodo 2006 – 2019 e il notevole, per la specie, numero di Fistioni turchi. Mai visti così tanti in inverno. Continua la crescita numerica del Mestolone, anch’esso al suo record per il periodo 2006 – 2019. Si ferma il processo di decremento del Moriglione che si mantiene sopra i 360 individui. Forti incrementi li abbiamo osservati anche per Sula, Piviere dorato, Gambecchio comune e Martin pescatore. Un calo vistoso lo si è osservato invece, oltre che per Fischione, Pavoncella e Gabbiano comune, anche per Svasso piccolo, Airone guardabuoi, Airone bianco maggiore, Piovanello tridattilo e Beccaccino. Ovviamente sia per gli incrementi che per i decrementi i dati vanno analizzati su di una scala temporale più ampia. In questa fase siamo impegnati ad inserire i dati nelle serie storiche, un procedimento che richiede tempi un po’ più lunghi. Da evidenziare, infine, alcune osservazioni interessanti: la Strolaga mezzana, la Cicogna bianca, lo Stercorario mezzano, l’Avocetta, i Corrieri piccoli, i Gambecchi nani, il buon numero di Smerghi minori, Nitticore e Fratini. Di seguito l’elenco di tutti i partecipanti a cui va il ringraziamento dell’ASOIM: Laura Alessio, Mario Azzué, Beatrice Bigu, Leandro Buongiovanni, Annamaria Cafieri, Camillo Campolongo, Mario Caniglia, Christian Chandellier, Paola Conti, Marco D’Errico, Luca De Chenno, Mario De Chenno, Giuseppe Di Martino, Lucio Dinacci, Bruno Dovere, Elio Esse, Giuseppe Farace, Carmine Ferrara, Maurizio Fraissinet, Marco Geremicca, Silvana Grimaldi, Claudio Labriola, Pasquale Liccardo, Patrizia Loffredo, Alessio Mancini, Vincenzo Mancini, Sabrina Marsala, Danila Mastronardi, Lucia Migliaccio, Alessandro Motta, Luca Nelisio, Gianluca Nunziata Rega, Ivan Pagano, Stefano Piciocchi, Alfonso Maria Piromallo, Marianna Savarese, Andrea Sorrentino, Filippo Tatino, Costantino Tedeschi, Alessio Usai, Sara Varriale, Ivan Volgare, Mark Walters. Download Documento PDF  

Censimenti IWC e Contemporanea del 13 gennaio 2019

Cari amici, se non lo avete ancora fatto ripulite le lenti dei vostri cannocchiali, binocoli e teleobiettivi. Si avvicina il momento dei censimenti IWC di gennaio. La finestra temporale di quest’anno è 7 – 24 gennaio 2019. Di seguito troverete tutte le località che contiamo di ricoprire per ciascuna delle province campane. Quest’anno, grazie ai nuovi soci Beatrice Bigu e Diego Errico, potremo coprire anche le foci dei fiumi cilentani. Per le località della Provincia di Caserta, Benevento e il Lago Patria organizziamo anche quest’anno la Contemporanea. Siamo alla sesta edizione. La data scelta per quest’anno è domenica 13 gennaio. Locandina, molto bella, è stata disegnata dal bravissimo Claudio Labriola. Di seguito riporto prima le località per la contemporanea con i capi squadra a cui ci si deve aggregare e da contattare per l’appuntamento: – Lago Matese, Lago Gallo, Lago Letino e Le Mortine: Maurizio Fraissinet – Invaso di Presenzano, Torcino, Lago di Capriati, Le Mortine: Danila Mastronardi ed Elio Esse – Variconi, Le Soglitelle: Alessio Usai – Canale di Agnena, Foce Agnena, Foce Regi Lagni, Lago Patria: Alessandro Motta e Filippo Tatino – Stagno lavapiatti di Castelvolturno, Depuratore Regi Lagni, Salicelle e Lago di Falciano: Bruno Dovere e Annamaria Cafieri – Invaso di Campolattaro: Vincenzo Mancini – Lago di Occhitto: Camillo Campolongo – Pantano Serretelle: Camillo Campolongo e Costantino Tedeschi – Lago Telese e Torrente Grassano: Silvana Grimaldi   Di seguito invece le zone umide delle altre province che devono essere monitorate nel periodo 7 – 24 gennaio: Provincia di Napoli Lago Fusaro (dormitorio Cormorani) Lago d’Averno Lago Lucrino Lago Miseno Lago Grande degli Astroni Foce Sarno (dormitorio Cormorani) Litorale vesuviano Costa di Nisida (dormitorio Cormorani) (facoltativo) Agnano Litorale Bagnoli Porto di Baia Litorale città di Napoli Litorale di Castellammare (facoltativo) Lufrano Provincia di Avellino Invaso di Conza ( dormitorio Cormorani) (Oasi WWF) Lago del Dragone Provincia di Salerno Oasi WWF di Serre – Persano (dormitorio Cormorani) Invaso dell’Alento Hera Argiva Foce del Fiume Picentino Foce del Fiumarello Lido Lago Velina Foce Tusciano Longola Foce Sele Sorgenti del Sarno – Rio Marina (facoltativo) Foce Fiumarello Porto di Agropoli Foce Alento Foce Mingardo Foce Bussento Foce Lambro Torrente Palistro Foce Solofrone Saranno giornate intense di ornitologia, piacevoli, interessanti e divertenti. Non vediamo l’ora di iniziare. Io conto di fare come ogni anno, oltre la contemporanea, l’Oasi di Persano, le zone umide della costa salernitana fino alla foce del Sele, le zone umide della Provincia di Avellino, il litorale vesuviano e la foce del Sarno e altro se mi trovassi del tempo libero. Insomma che il monitoraggio abbia inizio! Maurizio Fraissinet

Abbiamo vinto! Vietata la caccia al Moriglione in Campania!

IL MORIGLIONE E’ STATO ESCLUSO DAL CALENDARIO VENATORIO DELLA CAMPANIA Nella giornata di oggi è arrivata la notizia che la Regione Campania ha inviato all’ISPRA il Calendario Venatorio regionale accogliendo la richiesta dell’ASOIM (Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale Onlus) di lasciare fuori dal calendario il Moriglione. E’ un risultato importante per la conservazione della natura e della biodiversità. L’ASOIM aveva segnalato a febbraio, con un documento tecnico scientifico, in una riunione presso la Giunta Regionale, una situazione allarmante per quanto riguardava il Moriglione in Campania. Dall’analisi dei monitoraggi sulle popolazioni di uccelli acquatici svernanti, che l’Associazione conduce dal 2006 ininterrottamente e con metodi standardizzati in tutto il territorio regionale, era emerso un calo evidente della specie, un calo peraltro noto per l’intero continente europeo. Il dato era stato anche validato con test statistici. Il Consigliere del Presidente della Regione per l’agricoltura, la caccia e la pesca, l’avv. Alfieri , nel corso della riunione, tenutasi alla presenza dei consiglieri regionali Muscarà e Borrelli, e di WWF, Legambiente, LIPU e Federcaccia, aveva preso atto del documento e chiesto eventuali controdeduzioni alle associazioni venatorie. In assenza di tali controdeduzioni, e dinanzi ad una reiterata richiesta dell’ASOIM, richiesta a cui hanno aderito i consiglieri regionali Maria Muscarà, Francesco Emilio Borrelli e Antonio Marciano, il vicesindaco della Città Metropolitana, Salvatore Pace, l’ENPA, con Nicola Campomorto e SOS Natura, con Eduardo Quarta, e che ha avuto anche ospitalità sulle pagine di Repubblica con un articolo di Pasquale Raicaldo, la Regione Campania ha deciso di accogliere la richiesta dell’ASOIM di escludere il Moriglione dall’elenco delle specie cacciabili per prossimo calendario venatorio regionale. L’importanza di tale gesto sta anche nella sinergia registratasi per l’occasione tra mondo della ricerca scientifica e istituzioni, nonché nella esemplare applicazione di quanto previsto agli articoli 1, comma 2, e 19, comma 1, della legge quadro sulla caccia (L.157 del 1992) in cui è previsto che le Regioni possano vietare o limitare la caccia alle specie in pericolo. In particolare l’articolo 1, comma 2, dichiara:” L’esercizio dell’attività venatoria è consentito purché non contrasti con l’esigenza di conservazione della fauna selvatica…..”. L’articolo 19, comma 1,dichiara:” Le Regioni possono vietare o ridurre per periodi prestabiliti la caccia a determinate specie di fauna selvatica di cui all’art.18, per importanti e motivate ragioni connesse alla consistenza faunistica o per sopravvenute condizioni ambientali, stagionali o climatiche o per malattie o altre calamità”. Ebbene per il Moriglione ci si trovava pienamente nelle condizioni previste dalla Legge. L’ASOIM desidera ringraziare quindi quanti si sono voluti prodigare per questa iniziativa di tutela di una specie in pericolo. Il Consigliere Alfieri, i consiglieri regionali Muscarà, Borrelli e Marciano, il Vicesindaco Pace, i funzionari regionali con i quali ci siamo confrontati in uno spirito costruttivo, l’ENPA, SOS Natura, Pasquale Raicaldo e il giornale La Repubblica, ma anche, e forse soprattutto, i tanti volontari che ogni inverno, a gennaio, dal 2006 ad oggi, hanno partecipato alle spedizioni di campo organizzate dall’ASOIM per il monitoraggio degli uccelli acquatici nelle zone umide della Campania. Le levatacce prima dell’alba, la sopportazione del vento freddo, a volte della neve o della pioggia, il tutto animato dalla consapevolezza di contribuire al progresso della conoscenza della natura in Campania hanno prodotto un risvolto pratico, e un premio per quanti si prodigano per la difesa della natura. Abbiamo tutti vissuto, quindi, un bel momento di civiltà. Un cordiale saluto Maurizio Fraissinet Presidente dell’ASOIM onlus Altre informazioni: Esclusione del moriglione dalle specie cacciabili nel calendario venatorio della Campania Giù le mani dal Moriglione: “In Campania l’anatra tuffatrice rischia di sparire” Richiesta di esclusione del Moriglione dal Calendario Venatorio Campano