Terzo Atlante degli Uccelli Nidificanti e Svernanti della città di Napoli
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IL TERZO ATLANTE DEGLI UCCELLI NIDIFICANTI E SVERNANTI DELL CITTA’ DI NAPOLI. RISULTATI PRELIMINARI AD UN ANNO DALLA CONCLUSIONE Maurizio Fraissinet1,2, Silvia Capasso2,Luciano Bosso1 e Danilo Russo1 1Wildlife Research Group, Dipartimento di Agraria, Università Federico II di Napoli,Via Università 100, 80055 Portici (NA); 2ASOIM onlus, via cavalli di bronzo 95, 80046 San Giorgio a Cremano (NA) Introduzione Il metodo dell’atlante per lo studio dell’avifauna di un territorio, con la realizzazione quindi di mappe distributive delle singole specie mediante l’occupazione o meno dei quadranti di una griglia di riferimento, rappresenta un ottimo strumento di indagine, che tra le tante opportunità ha anche quella della validità del confronto tra mappe di diversi periodi se rimangono inalterate le metodologie di campionamento e utilizzo della griglia. Registrare l’evoluzione della distribuzione di una specie in un territorio a distanza di tempo, disponendo di mappe basate su griglie identiche, rappresenta una grossa opportunità per lo studio dell’ecologia della specie nel territorio oggetto di ricerca, correlandola con le trasformazioni che il territorio ha subito nel tempo, trasformazioni anch’esse restituite sulla griglia di base (Fraissinet, 2017; Gibbons et al., 2007). (cliccare sull’immagine sotto per il download del Poster) Un lavoro di questo genere può restituire informazioni molto interessanti se si opera su di un territorio urbanizzato, quale è quello di una grande città, perché per definizione tali territori sono soggetti a rapide trasformazioni, e pertanto gli intervalli di tempo utilizzati tra un atlante e un altro, in genere una decina di anni, sono sufficienti a rimarcare le grandi trasformazioni e verificare in che modo le specie di uccelli selvatici hanno reagito ad esse. Il terzo Atlante degli uccelli nidificanti e svernanti nella città di Napoli, realizzato ad una decina di anni dal secondo (Fraissinet, 2006) e ad una ventina dal primo (Fraissinet, 1995) consentirà interessanti spunti di analisi dell’evoluzione delle specie selvatiche che frequentano la città A distanza di un anno dal termine dei rilevamenti sul campo per il periodo riproduttivo, con una copertura che ha raggiunto il 90% dei quadranti, e a due anni dal termine dei rilevamenti sul campo per lo svernamento, con una copertura del 73,5%, è parso opportuno presentare i risultati preliminari con l’evoluzione della distribuzione di alcune specie che mostrano modifiche consistenti rispetto alle precedenti ricerche. Area di studio La città di Napoli (compresa tra 40°47’ e 40°54’ Nord e tra 14°07’ e 14°21’ Est) è adagiata ad anfiteatro per circa 8 chilometri sul margine nord-orientale di uno dei golfi più grandi del versante tirrenico italiano. Occupa una superficie di 117,27 chilometri quadrati, abitati da una popolazione residente al 31 dicembre 2016 di 970.185 abitanti (34.315 abitanti in meno rispetto al 2001), per una densità di 8273 abitanti per chilometro quadrato. L’altimetria varia dagli 0 ai 457 metri sul livello del mare dei Camaldoli. Ricade nella zona bioclimatica a clima meso-mediterraneo accentuato (La Valva e De Natale, 1993-94). I valori climatici degli ultimi 30 anni rivelati nella stazione meteo dell’aeroporto di Capodichino (sito dentro la città) riportano gennaio e febbraio quali mesi più freddi con una media di 4° C di minima e luglio e agosto quali mesi più caldi, con una media, rispettivamente, di 29° e 30° C (Fig.1); il mese con i valori medi minimi di precipitazione è luglio con 24 mm, mentre i più piovosi sono quelli autunnali di ottobre (130 mm), novembre (il più piovoso con 162 mm) e dicembre (121 mm) (Fig.2). Dal punto di vista vegetazionale l’area urbana napoletana ricade interamente nella Fascia mediterranea (Orizzonte submediterraneo delle sclerofille sempreverdi) (Pignatti, 1979; La Valva et al., 1985). Metodi Per il metodo di rilevamento dei dati sul campo e la predisposizione della griglia cartografica si è operato in modo da essere il più possibile coincidenti con i metodi utilizzati nelle precedenti ricerche, al fine di rendere comparabili i dati. Il territorio cittadino è stato suddiviso in 142 quadranti di un chilometro di lato per la distribuzione delle specie nidificanti e in 146 quadranti di un chilometro di lato per la distribuzione delle specie svernanti. I quadranti sono ricavati dal sistema UTM. La differenza nel numero dei quadranti tra le due stagioni di rilevamento si spiega con il fatto che per lo svernamento sono stati presi in considerazione anche alcuni quadranti costieri della zona del porto nei quali, per le caratteristiche ambientali del sito, avviene il regolare svernamento ma non la riproduzione. I quadranti che contengono al loro interno frazioni molto ridotte del territorio comunale non sono stati presi in considerazione e accorpati ai quadranti limitrofi. L’archiviazione e la mappatura dei dati sono realizzate mediante l’utilizzo di software GIS, in modo da consentire anche successive elaborazioni ed analisi ambientali. La dimensione dei quadranti – 1 Km di lato – è in linea con gli indirizzi dettati dal Gruppo di Lavoro “Atlanti ornitologici urbani italiani” per una città delle dimensioni di Napoli (Dinetti et al., 1995; Dinetti et al., 1996; Dinetti e Fraissinet, 1998; Dinetti e Fraissinet, 2001). La ricerca è iniziata nella stagione primaverile del 2014 e terminerà in quella del 2018 per i nidificanti; mentre è iniziata nell’inverno 2014/2015 e terminerà nell’inverno 2018/2019 per gli svernanti. Il periodo di rilevamento per la stagione invernale è stato dall’1 dicembre al 28 febbraio e quello di rilevamento per la stagione riproduttiva dal 15 marzo al 15 luglio. I criteri di rilevamento della nidificazione sono stati quelli delle 16 categorie di rilevamento messe a punto dall’European Bird Census Council (EBCC) per la standardizzazione degli Atlanti ornitologici. Per lo svernamento si è fatto riferimento alla sola presenza/assenza. Per alcune specie si è effettuato anche un conteggio assoluto degli esemplari in periodo invernale e delle coppie in periodo riproduttivo. Lo si è fatto per quelle specie che per dimensioni e numeri poco elevati si prestavano ad un conteggio alquanto preciso: Germano reale, Tuffetto, Svasso maggiore, Svasso piccolo, Cormorano, Sula, Airone cenerino, Airone guardabuoi, Sparviere, Poiana, Aquila minore, Gheppio, Falco pellegrino, Gallinella d’acqua, Folaga, Beccapesci, Martin pescatore, Corvo imperiale. Il rilevamento dei dati è avvenuto mediante osservazione diretta sul campo,
15 Monografia ASOIM – Gli Atlanti ornitologici in lingua italiana
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Gli atlanti biologici sono un metodo di rappresentazione cartografica della distribuzione, rilevata in un determinato periodo, di una singola specie o di una categoria sistematica, sia essa vegetale o animale. Lo studio della distribuzione della fauna e della flora in un determinato territorio attraverso l’uso della rappresentazione cartografica, soprattutto se realizzata usando una griglia composta da quadranti di uguale superficie, e conoscendo l’arco temporale in cui è stata effettuata la raccolta standardizzata dei dati su campo, consente una interessante serie di analisi: conoscenza degli areali delle specie; possibilità di identificare aree con maggiore ricchezza di specie, biodiversità, endemismi; comprendere i motivi ecologici alla base delle distribuzioni e poterne ipotizzare le dinamiche future; monitorare e analizzare gli andamenti; comparare la distribuzione della specie con le caratteristiche geografiche ed ecologiche del territorio in cui essa è presente, ed è anche possibile, ripetendo ciclicamente le rilevazioni a distanza di tempo, appurare eventuali variazioni nelle presenze e/o nelle distribuzioni, ed ipotizzarne le cause correlandole alle variazioni apportate al territorio stesso e/o agli ecosistemi dalle attività antropiche. L’Italia è il Paese con di gran lunga la maggiore produzione di atlanti ornitologici. Una produzione di elevato valore scientifico e culturale, che rappresenta un patrimonio di conoscenze naturalistiche enorme che va custodito e ulteriormente incrementato. Il volume, quindicesima monografia dell’ASOIM, riporta tutti gli atlanti ornitologici in lingua italiana pubblicati, ultimati non pubblicati e in corso, divisi per categorie: atlanti nazionali , atlanti regionali dei nidificanti e degli svernanti, atlanti provinciali dei nidificanti e degli svernanti, atlanti urbani dei nidificanti e degli svernanti, atlanti dei nidificanti e degli svernanti nelle aree naturali protette, atlanti dei nidificanti e degli svernanti in altre tipologie territoriali che non rientrano nelle categorie precedenti. Il lavoro ha preso in considerazione tutti gli atlanti ornitologici redatti in lingua italiana e quindi anche quelli della Repubblica di San Marino e di alcuni territori della Svizzera italiana. Per ciascun atlante, là dove disponibili, vengono riportati l’immagine di copertina, alcuni riferimenti sui risultati conseguiti nella ricerca, l’elenco delle specie più frequenti. Un breve escursus storico sugli atlanti biologici in Europa e in Italia ed alcune considerazioni e comparazioni sulla produzione e i risultati conseguiti nelle varie categorie, insieme ad alcune belle foto di uccelli, completano l’opera.